Iscriviti alla newsletter

Tagadà (La7): disinformazione sugli infermieri del triage. Le reazioni di IPASVI e Nursind

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 22/03/2016 vai ai commenti

Contenuti InterprofessionaliNursing

Stavolta è toccato a La7, testata televisiva ben avvezza ai programmi di informazione, sparare l’ennesima castroneria sugli infermieri.

Autrice della mirabile dimostrazione di ignoranza della materia la conduttrice di Tagadà del 18 marzo scorso, Tiziana Panella.

A dare man forte alle sciocchezze profuse dalla sprovveduta giornalista anche un ospite noto, Cecchi Paone, che purtroppo ha dato dimostrazione di una preparazione al riguardo pari a quella della dott.ssa Panelli.

Ma cosa hanno detto di così terribile i due? Semplicemente hanno insinuato il dubbio che il triage in pronto soccorso non debba essere di competenza infermieristica e che, quindi, chi si rivolge alle strutture di emergenza-urgenza e viene accolto da un infermiere che ne valuta lo stato, di fatto corre un rischio per la propria incolumità.

Peccato che il triage, per legge, sia competenza del personale infermieristico.

Peccato che il personale infermieristico del triage nei D.E.A. debba essere in possesso di una formazione specifica e di esperienza nell’area delle emergenze-urgenze.

Peccato che il triage sia frutto di protocolli studiati e verificati, come testimoniano gli oltre 21 milioni di italiani che si presentano ogni anno ai Pronto Soccorso e lì ricevono le prestazioni sanitarie dovute, senza alcun pericolo.

Peccato che ci sia chi parla con molta boria ma altrettanta mancanza di conoscenza degli argomenti.

Gran peccato, e gran bella cantonata, quindi, quella dei due personaggi televisivi, che non è certo andata giù all’IPASVI, la cui Presidente Nazionale Barbara Mangiacavalli ha subito preso carta e penna e scritto alla Direzione del La7, al Ministero della Salute, alla Procura della Repubblica (Clicca)

Non si tratta, infatti, soltanto di uno “svarione” di due persone che argomentano di temi di cui non hanno conoscenza, ma, in considerazione del mezzo usato e del peso che l’opinione espressa dalla conduttrice e dall’ospite possono avere sugli ascoltatori, si tratta di un vero e proprio “procurato allarme” che può generare incertezza e timore da parte dei cittadini, in cui si insinua il dubbio che il personale sanitario che li accoglie al pronto soccorso non sia all’altezza del compito, mentre non è assolutamente così, anzi.

Mangiacavalli ha quindi chiesto l’immediata rettifica a quanto espresso durante la trasmissione e si è riservata ogni azione a tutela del decoro e dell’onorabilità della professione.

Ha commentato in maniera caustica l’accaduto anche Paolo Porta, del Direttivo Nazionale di Nursind, con la lettera che di seguito integralmente riportiamo.

Al di là della vicenda in sé, spiace considerare una volta di più che i mezzi di comunicazione di massa sono assai vulnerabili all’ignoranza riguardo alla nostra professione, troppo legata, ancora, alla sua vecchia e dismessa veste di ausiliario della Sanità anziché essere riconosciuta quale professione autonoma quale invece è.

 

di Paolo Porta

Caro Direttore

cara e bella la mia Italia dove tutto è possibile raccontare perfino che nostro Signore morì di caldo in una giornata di inverno per poi subito dopo smentire, trovando attenuanti inverosimili. 
Un Paese, dove ci sentiamo medici, ingegneri, filosofi, allenatori, investigatori, giudici e quanto altro senza averne le competenze o quanto meno essere informati sui fatti, ci permettiamo comunque di dire castronerie al pubblico. 
La cosa veramente sconcertante è che spesso chi parla non è minimamente a conoscenza della materia che sta trattando. 

Ho sempre pensato che l'informazione sia una cosa dannatamente seria, ma purtroppo sembra essere diffusa la manìa non solo giornalistica, grazie a Dio di pochi, ma anche di altre figure pubbliche di prendere cantonate veramente incredibili quando parlano di infermieristica. 

La signora Panelli che conduce un programma di informazione, su una prestigiosa emittente come La7, non solo ha dimostrato ignoranza (vedi vocabolario lingua italiana) della materia, cosa peraltro possibile a chi svolge il proprio lavoro in modo superficiale, senza informarsi, non solo ha offeso la professione infermieristica, ma ha divulgato una notizia falsa ai cittadini, a mio avviso giuridicamente perseguibile. 

La cosa poi straordinaria è stato l'appoggio di conferma della castroneria appena detta dalla Panelli da un uomo come Cecchi Paone, che ricordo essere un personaggio famoso per un programma culturale che conduceva anni fa. 

Ad entrambi i personaggi suggerisco o di farsi tre anni all’università o avere la pazienza di informarsi bene prima di parlare di Infermieristica in pubblico. 

Che l’Infermiere viene preparato per stare in un triage di Pronto Soccorso ormai lo sanno anche i muri. Nel lontano 1996 viene istituita la figura dell’infermiere triagista. Svolta importante  in  materia con  la  pubblicazione  delle Linee guida per il sistema emergenza urgenza, in applicazione del D.P.R. 27 marzo 1992 del Ministero della Sanità, Conferenza Stato-Regioni, in cui per la prima  volta  in  Italia  è  esplicitamente  prevista  la  funzione  del  triage  e  viene  indicato  chi  e  come  debba  svolgere  questa  attività:  “All’interno  dei  D.E.A. (per chi non lo sapesse P.S) deve essere prevista la funzione di triage, come primo momento di accoglienza  e  valutazione  dei  pazienti  in  base  a  criteri  definiti  che  consentano  di  stabilire  le  priorità  di  intervento.  Tale  funzione  è  svolta  da  personale  infermieristico adeguatamente formato, che opera secondo protocolli prestabiliti del dirigente di servizio.” 

Per quanto riguarda il contesto credo che fosse del tutto prematuro parlarne, visto che c'è un'indagine in corso, ma nella mia adorata Italia ci sentiamo tutti Bruno Vespa, il quale però almeno, ha l'onestà di convocare, nelle sue tramissioni, chi del contesto se ne occupa professionalmente; non mi pare che nella trasmissione del 18 marzo ci fosse un infermiere. 

Inoltre nell'era di Internet, non era cosi difficile risalire rapidamente alla conoscenza dell’argomento in questione. 

Rimango a sua disposizione qualora avesse l'umiltà di ascoltare chi tutti i giorni lavora e vive la professione infermieristica e ha l’onore oggi, di far parte di coloro che la rappresentano. 

 

Anche Simeu contro La 7. “Errata informazione. Chiediamo rettifica” (da Quotidiano Sanità) QUI