Infermieri. "Ecco cosa faremo". Bottega illustra le prossime battaglie del NurSind
di Andrea Bottega
Si è conclusa sabato la tre giorni di congresso nazionale, il settimo in casa Nursind. L’esito noto è che sono state rinnovate le cariche statutarie nel segno della continuità anche se buona parte della direzione nazionale è cambiata. Continuità anche nel collegio dei probiviri e dei revisori dei conti.
A parte i rituali di ogni congresso, c’è da rilevare che a Torino si è vista un’assemblea molto partecipata – più di 450 i presenti – dove i motivi per festeggiare sono stati diversi. Anzitutto i vent’anni dalla costituzione del sindacato (12 maggio 1998) che hanno portato Nursind ad essere il più grande sindacato della categoria infermieristica e a dare un ruolo da protagonista alla stessa.
In secondo luogo l’ottimo risultato alle ultime elezioni RSU (il congresso del Nursind si tiene ogni tre anni dopo le elezioni nel pubblico impiego) che ne ha ribadito il crescente consenso tra gli infermieri; consenso che è notevolmente aumentato in quest’ultimo anno anche grazie alla scelta di non sottoscrivere un contratto nazionale di lavoro per nulla gratificante per gli infermieri. E proprio su questa scelta si è concentrata la discussione in sala. La posizione del direttivo uscente e la relazione del segretario nazionale sono stati condivisi dai presenti.
La linea di azione sindacale non cambia quindi ma, nello spirito dello slogan del congresso, si lotta per il giusto e non per il possibile e il giusto prevede una lotta del sindacato su vari fronti. Sul fronte giudiziario in primis, con l’interessamento di tre tribunali per la mancata convocazione ai tavoli decentrati e il tribunale di Roma per l’esclusione dalla commissione paritetica prevista dall’art. 12 del CCNL 21 maggio 2018. Un altro fronte di lotta si sviluppa sul piano politico dove si è chiesto alla nuova maggioranza di governo una modifica del testo unico sul pubblico impiego per metterlo in linea con le regole del privato.
Altra soluzione proposta per superare l’esclusione dai tavoli è stata l’attivazione di negoziati esterni all’azienda. Il mandato che è stato dato è di dichiarare lo stato di agitazione del personale ogni qualvolta le questioni della categoria non siano trattate con chi rappresenta gli infermieri. Se la conciliazione al tavolo della prefettura non si realizzerà si procederà a indire lo sciopero. Un’ulteriore forma di lotta per il giusto che non confligge con la legge ma mira a scardinare il sistema delle relazioni sindacali proprio nel solco della legalità. Il Nursind pensa sia conveniente a tutti avere al tavolo gli infermieri piuttosto che tagliarli fuori da riorganizzazioni o accordi che li riguardano.
Non bastasse ciò rimangano ancora aperte ulteriori possibilità di vedersi riconosciuto il diritto a sedere ai tavoli decentrati. Non dimentichiamo che entro fine anno si dovrebbe arrivare alla pre-intesa del Ccnl sui ricercatori degli Irccs e l’eventuale firma di Nursind potrebbe essere sufficiente allo scopo.
Al di là del nodo della firma del contratto che ha catalizzato la discussione per la gran parte, considerata anche la recente firma del Nursing Up compagno nel dissenso durante le giornate di sciopero, i principali impegni della nuova direzione nazionale che sono emersi sono i seguenti:
- perseguire la via di una contrattazione separata o della costituzione di una sezione separata all’interno della contrattazione di comparto;
- trattare in sinergia con la Fnopi la questione del de-mansionamento (o detto altrimenti della de-professionalizzazione) alle sue radici (carenza di personale, cultura della subordinazione, consapevolezza dello specifico professionale, deontologia del ruolo, economicismo spinto, …);
- porre particolare attenzione ai fenomeni di sfruttamento del professionista specialmente che avvengono attraverso contratti con importi orari irrisori (6-8 euro/ora) nelle cooperative e nel privato;
- vigilare sulle dotazioni organiche, sulla loro definizione e sulla definizione dei fabbisogni del personale;
- costituire una scuola di formazione dei quadri sindacali;
- creare e consolidare la sinergia con le altre professioni sanitarie, in particolar modo con i medici su temi comuni come la violenza ai sanitari e le carenze assunzionali;
- mantenere unita la categoria professionale attraverso una maggiore sinergia con l’ordine professionale;
- dare seguito ai numerosi conteziosi di interesse comune (precariato, demansionamento, arretrati AIOP nel privato, difesa dei diritti sociali, inquadramento - degli infermieri penitenziari, …);
- intensificare le relazioni politiche per sbloccare le questioni che stanno più a cuore gli infermieri (mobilità del personale, infermiere di famiglia, …).
Queste le principali direttrici attraverso cui si svilupperà l’azione del Nursind nei prossimi tre anni. Ovviamente il perseguire il rinnovo del contratto nazionale per il triennio 2019-2021 è scontato. Infatti sarà di prossima presentazione una proposta di articolato che tratta i temi previsti in discussione alla commissione paritetica.
Particolare emozione ha destato, infine, il saluto ad un membro storico del sindacato, Donato Carrara di Bergamo. Prossimo alla pensione non si è ricandidato alla direzione nazionale. Una persona apprezzata da tutta l’assemblea, un punto di riferimento in questi meravigliosi 20 anni si sfide vinte e obiettivi raggiunti.
Ai partecipanti ha detto: “ho un unico rammarico: di non aver visto realizzato un contratto come quello degli infermieri del Quebec. Per me il top. In Portogallo il sindacato infermieristico esiste da 30 anni, in Spagna da 40 anni: noi siamo solo a 20 ma l’augurio che faccio a Nursind è che da pensionato possa vedere un contratto dignitoso per gli infermieri italiani.” Un augurio che accomuna tutta la categoria.