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Sardegna: cerimonieri e autisti guadagnano il doppio di un infermiere

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 29/01/2021 vai ai commenti

Punto di VistaSardegna

Poi uno dice che non ha ragione a chiedersi “chi me lo fa fare”?
Chi me l’ha fatto fare a prendere una laurea che per vedere riconoscere un po’ di prestigio al suo possessore ha bisogno di una pandemia e milioni di morti?
Chi me lo fa fare di rischiare di morire sul posto di lavoro?
Chi me lo fa fare di prendere denunce quando va male e schiaffi, pestaggi e insulti di ogni genere quando va bene?
Chi me lo ha fatto fare di sacrificare tre, cinque anni tra i più belli che la gioventù può offrire e soffrire per ore di studio e pratica e a costo di tasse universitarie che restituiscono servizi e qualità molto discutibili?
Chi me lo ha fatto fare di vagare per il mondo alla ricerca di un posto di lavoro e scoprire che il più affidabile e serio datore di lavoro è un virus?
Chi me lo fa fare di sopportare uno degli ambienti di lavoro più eterogeneo e complesso che possa esistere dove ancora permangono retaggi culturali giurassici e dove i primi responsabili del disastro sono proprio quelli che pretendono ancora di comandare?


Insomma aggiungente il motivo che più vi piace ma non ditemi che anche voi non ve lo siete mai chiesto: chi me lo ha fatto fare di diventare infermiere e chi me lo fa fare di continuare ad esserlo?
E non siate disonesti con voi stessi per favore perché al netto di molti folgorati sulla via di Damasco, tutte le rilevazioni indicano mancanza di soddisfazione e pentimento in percentuali così alte che se da queste dipendessero le sorti del governo, Conte sarebbe presidente del consiglio a vita.


Staff Quando poi ti arrivano notizie come quella che sto per darvi o meglio, quando questo genere di notizie di cui tutta Italia è da sempre maestra, ritrovano spazio, la domanda perde di qualsiasi valenza esistenziale e piuttosto, trasforma i propri pensieri nella clava di tafazziana memoria con cui il buon Giacomo faceva percuotere ripetutamente i propri attributi al personaggio della famosa scenetta.
D'altronde, a leggere il titolo del provvedimento appena approvato in regione Sardegna dal Presidente Solinas e dalle sue giunta e maggioranza intitolato “Norme urgenti per il rilancio delle attività di impulso, coordinamento e attuazione degli interventi della Giunta regionale e di riorganizzazione della presidenza”, uno potrebbe anche pensare a una qualche genialata dalla quale possa dipendere davvero un miglioramento della vita dei cittadini sardi. E invece no, non è così e anzi, la lettura del provvedimento non ha fatto altro che dare maggiore vigore e peso alla clava con cui ancora mentre scrivo, mi percuoto domandandomi “chi me lo fa fare”?
Il provvedimento infatti aumenta lo staff di altre 65 persone e se davvero la mia vita potesse migliorare grazie a questo, non avrei nulla da dire. Poi però scorro l’elenco delle professionalità approvate con i loro compensi e la crisi passa da modalità esistenziale a modalità giramento a elica.
All’asilo ero anche bravo a fare i lavoretti ma gli allestimenti a festa non sono certo il mio forte; mi sono sposato in ciabatte quindi non direi nemmeno di avere troppa affinità con protocolli e cerimoniali da gran ciambellano di corte. Tutti mi riconoscono una minima abilità nello scrivere e al gabinetto me la cavo davvero bene ma come tutti i maschi, sono convinto di saper guidare discretamente.

E allora chi me lo fa fare a continuare a fare l’infermiere se nello staff di Solinas potrei fare l'addetto al cerimoniale, l’addetto al gabinetto o l’autista guadagnando il doppio rispetto a quanto guadagno ora dopo 23 anni di servizio con la categoria stipendiale prossima al massimo, tutto il disagio di turni, notti insonni, vita sociale azzerata, festività passate al lavoro, violenze, demansionamento e soddisfazioni pari a quelle di uno scarabeo stercorario con la sua bella pallina?

 

Andrea Tirotto