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Infermiere di psichiatria usava tecnica del materassino . Condanna per sequestro di persona

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 30/07/2021 vai ai commenti

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È configurabile il reato di sequestro di persona per l’operatore sanitario che impedisce ai degenti di una struttura sanitaria psichiatrica di fuoriuscire dalla stanza con il metodo del cosiddetto ”materassino”.

A stabilirlo la Cassazione con la sentenza n. n.32803/2019.

I fatti

La Corte d'Appello di Roma ha confermato la sentenza del GIP del Tribunale di Velletri, con la quale un infermiere era stato condannato alla pena di anni quattro e mesi sei di reclusione, per reati di maltrattamenti aggravati e sequestro di persona aggravato, in danno di pazienti psichiatrici, ricoverati presso la struttura e commessi strattonandoli con violenza e usando metodi aggressivi nei loro confronti per immobilizzarli e indurli ad alimentarsi, dando ceffoni, colpendoli in varie parti del corpo, provocando lesioni personali, insultandoli, non vigilandoli con continuità, disinteressandosi della loro igiene personale e del loro abbigliamento e ponendo un materasso a ridosso della porta di ingresso della loro camera, onde impedire loro l'uscita, con l'aggravante di aver commesso il fatto con abuso dei poteri inerenti un pubblico servizio.

 

La Cassazione

Per la Cassazione, dall'istruttoria esperita era emerso che le i modi di operare dell’infermiere erano abituali, poste in essere dagli operatori in servizio presso la struttura, per non essere disturbati durante il servizio notturno. In sostanza, la limitazione della possibilità di uscire dalla stanza rappresenta, ad avviso della Corte territoriale, la connotazione tipica del sequestro di persona, che si differenzia dalla violenza privata, con cui ha in comune l'elemento della coercizione, proprio in considerazione di ciò. La tecnica del materassino, hanno poi osservato i giudici di merito, ha ostacolato di fatto la libertà di movimento dei pazienti.

La condanna è quindi confermata dalla Cassazione.