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Medici, spesso neolaureati ed a gettone. Guadagnano fino a 3600 euro in 48 ore

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 01/10/2022 vai ai commenti

AttualitàCronache sanitarie

La carenza di personale sanitario sta diventando drammatica, medici ed infermieri non rispondono più all’appello ed i reparti chiudono, specie i pronto soccorso, dove tra stipendi bassi e rischio aggressioni, nessuno ha più voglia di rischiare la propria incolumità per pochi euro… se sei un dipendente. Sì perché le cose cambiano se lavori a gettone.

Pochi bandi di concorso per medici, che spesso vanno deserti, pochi medici specializzati e tanti neolaureati (negli ultimi dieci anni sono rimasti esclusi dalle scuole di specialità 11.652 neolaureati) ed il meccanismo perverso di molte aziende ospedaliere, di affidarsi a cooperative che forniscono personale sanitario a gettone, nello specifico medici a prezzi ben più competitivi degli stipendi pubblici: un medico a gettone può arrivare a guadagnare fino a 3600 euro in 48 ore.

Cosa vuol dire lavorare a gettone? Vuol dire essere pagato per un singolo turno, di solito 12 ore, in quella che è una giungla senza regole, senza orari, senza normativa europea da rispettare in tema di orario di lavoro. Così capita di trovarsi di fronte a medici che sono in piedi da 36/48 ore, senza tregua. Quanto accade lo si evince dalle chat di annunci che corrono su Telegram.

I messaggi pubblicati su il Corriere della Sera, hanno questo tenore: : «Compenso 420 euro a turno, possibilità di fare 24 ore o 48 ore consecutive (consentito dalla clinica) e turni accorpati». Un altro ancora: «Cercasi medico da inserire in organico per la copertura di turni diurni e notturni e per la gestione dei codici minori del Pronto soccorso di Nuoro. Compenso 600 euro a turno di 12 ore più alloggio. Possibilità di accorpare turni per chi viene da fuori Regione». 

L’accorpamento dei turni è considerato un benefit: «Ci sono medici trasfertisti che si organizzano in pullman, prendono 3 o 4 gettoni consecutivi lavorando fino allo stremo e poi tornano a casa con un bottino di 4-5.000 euro che basta per tutto il mese», ci riferisce un primario lombardo che chiede di parlare coperto dall’anonimato.

 

Un mondo, non più tanto celato quello dei gettonisti, estremamente pericoloso per più motivi: da una parte un dispendio per le casse dello Stato, per un gettone si arrivano a offrire fino a 1.200 euro a turno per singolo medico, secondo, ma non per importanza, i medici lavorano, senza regole e senza pause, fino a 48 ore di continuo, con rischio sia per la salute dell’operatore sanitario stesso che del paziente, assistito da un professionista stanco. Spesso sono medici senza alcuna esperienza, neolaureati, senza specializzazione. Infine, una disparità ampia di retribuzione tra il professionista assunto dell’ospedale ed il gettonista, che convivono nello stesso turno.

A presidiare sulla qualità dei medici mandati in corsia sono le cooperative stesse, alla serietà delle quali è affidata la valutazione dei curricula, non c’è nessuno.

Nessuna norma del ministero della Salute impone ai direttori generali degli ospedali le regole da seguire per stilare i bandi di gara per esternalizzare alle cooperative, per cui ciascuno può fare praticamente quel che vuole. Basta spulciare i bandi degli ultimi mesi per accorgersi che le cooperative operano in un mercato assolutamente fuori controllo. Promessi professionisti d’eccellenza, nessuna certezza su chi davvero arriva in corsia. 

I paradossi all’italiana: non ci sono soldi per la sanità, se ne spendono il doppio per foraggiare le cooperative. Non si trovano professionisti, si continua a mantenere il numero chiuso e se ne assumono, a gettone,  senza specializzazione pagandoli il quadruplo degli specializzati assunti direttamente dagli ospedali.

 

Fonte: il Corriere della Sera