Infermieri: autonomi solo quando si parla di responsabilità legali
Gentile Redazione,
In questi ultimi mesi si sta sempre più accentuandola carenza di infermieri, tanto che il Ministro della Salute dice di importarli dall’India, però nessuno parla dei tanti perché di questa poca attrattività verso la professione infermieristica.
In primis la poca gratificazione a livello professionale ma soprattutto economica in cui la troppa responsabilità non è compensata con una adeguata retribuzione, non a caso una buona percentuale dei nuovi professionisti vanno all’estero, altri nel privato, la rimanenza nel pubblico.
Dinanzi a questo quadro sempre più diffuso appare paradossale dire l’infermiere è professione sanitaria a tutti gli effetti, perché se così è lo dovrebbe essere in tutto è dappertutto ed invece:
- sulle responsabilità siamo uguali alla professione medica con tutti i rischi annessi e connessi. Basti pensare che l’infermiere da incaricato di pubblico servizio diventa in alcuni ambiti di attività pubblico ufficiale, a cominciare dall’Emergenza-Urgenza, come ad esempio nei Pronto Soccorso dove da diversi anni gestisce in piena autonomia il Triage, attribuendo al paziente un codice di gravità che indica la priorità di accesso, per non parlare nel sistema emergenza-urgenza territoriale 118 dove ha un ruolo primario fondamentale, quale operatore di centrale.
- sul Contratto siamo ancora ancorati al Comparto, dove c’è un calderone, in una suddivisione di aree dall’amministrativa alla tecnica ed altre. Come se non bastasse anche l’ISTAT nel suo volume La Classificazione delle Professioni, Ediz. 2013, a pagina 191 e 192 le Professioni Sanitarie Infermieristiche ed Ostetriche rientrano nel gruppo dei "Tecnici della Salute", quindi per l'ISTAT non siamo "Professionisti Sanitari" ma nel ruolo dei tecnici.
Da tutto ciò si deduce in modo palese che la professione infermieristica è manchevole di ogni considerazione dovuta. Eppure la professione infermieristica non si caratterizza come professione intellettuale ai sensi degli artt. 2229 e ss. del Codice Civile? Ed ancora. Il campo di attività dell’infermiere, ai sensi dell’art. 1, comma 2, della Legge 42/99, non è determinato dal Profilo professionale, dal Codice Deontologico e dagli Ordinamenti didattici della formazione di base e post base.
Forse è poco chiara la normativa, in cui afferma che: l’infermiere svolge “con autonomia professionale attività dirette alla prevenzione, alla cura, alla riabilitazione e alla salvaguardia della salute individuale e collettiva” cosi come stabilito nella legge 251/2000,(come giustamente scritto da Giuseppe Provinzano su InfermieristicaMente nel 2021).
- A tal punto bisogna vedere che si intende per autonomia? Mentre le responsabilità ci sono tutte anzi forse anche di più!!! Dinanzi a ciò l’Ordine Nazionale Professionale–FNOPI-continua a sottrarsi dall’intraprendere iniziative degne di questo nome a salvaguardia della professione in tutte le sue dinamiche sociali, ciò non è fare sindacalismo, semmai è poter concludere quel percorso di autonomia intrapreso nel 1994 dove tutt’oggi, è incompleto. Questa continua appartenenza al Comparto, probabilmente fa comodo ad alcuni mentre alla maggior parte no, ed ecco la continua ed esponenziale carenza, che ha prodotto questo strampalato ragionamento che apparentemente sembra peccaminoso ma che in realtà non lo è perché va a completare quel magnifico dipinto con la cornice in cui si scrive a caratteri cubitali la parola AUTONOMIA, dove veramente si dà appartenenza all’Art. 2229 del codice civile, rendendo in tal modo la professione infermieristica un po' più appetibile sul mercato delle 2/2professioni sanitarie, anziché continuare ad appartenere ed a farsi trascinare da questo fardello dell’essere inseriti nel Comparto, in una realtà dove la professione infermieristica non ha motivo di esserci, ragion per cui è esclusiva prerogativa della rappresentanza nazionale di categoria intraprendere ogni iniziativa affinché si possa arrivare a concludere quest’ultimo passo che manca per vedere realizzata l’autonomia professionale nella sua vera consistenza
Emilio Cariati, Infermiere