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NurSind e infermieri in rivolta: CAU chiusi per colpa della disinformazione

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 13/03/2025

Emilia RomagnaNurSind dal territorio

 

La chiusura dei Centri di Assistenza e Urgenza (CAU) continua ad alimentare il dibattito tra operatori sanitari e sindacati, con particolare attenzione alle denunce mosse dal NurSind, il sindacato autonomo degli infermieri. Secondo Viola Di Lembo, dirigente sindacale del NurSind e infermiera del Pronto soccorso del Sant’Orsola, la mancanza di informazione e la rigidità normativa hanno reso inefficace il servizio fin dall’inizio.

Il nodo della comunicazione mancata

Uno dei problemi principali sollevati da NurSind riguarda l’assenza di una comunicazione chiara ai cittadini sull’esistenza e il ruolo dei CAU. "Ancora oggi molte persone non sanno nemmeno cosa sia un CAU", denuncia Di Lembo. Secondo il sindacato, l’azienda ha imposto restrizioni alla pubblicizzazione del servizio, impedendo agli infermieri del triage di indirizzare i pazienti ai CAU, anche quando sarebbe stato più appropriato rispetto al Pronto soccorso.

Questa politica ha contribuito a mantenere un afflusso eccessivo nei PS, senza permettere una reale distribuzione dei pazienti in base alla gravità dei casi. "Abbiamo chiesto cartelli informativi, opuscoli, una comunicazione più efficace in triage, ma nulla di tutto ciò è stato concesso", raccontano gli infermieri in prima linea.

Il problema delle responsabilità legali

Un altro nodo critico sollevato dal NurSind è il quadro normativo che limita il ruolo degli infermieri nel triage. "Per legge non possiamo fare il triage out, ovvero non possiamo dimettere un paziente senza una valutazione medica", spiega Di Lembo. Ciò significa che anche quando un infermiere esperto ritiene che un paziente possa essere gestito da un CAU, non ha l’autorità per indirizzarlo direttamente. "Si rischia di essere accusati di rifiuto d’atti d’ufficio, e già così le responsabilità che ci assumiamo sono enormi", aggiunge.

Le richieste del NurSind per evitare la chiusura definitiva

Alla luce della chiusura dei CAU, il NurSind chiede di rivedere completamente il modello organizzativo e di garantire una corretta informazione ai cittadini. "Non si può chiudere un servizio senza averlo mai reso effettivamente operativo", sostiene il sindacato. Tra le proposte avanzate, la creazione di un triage unico tra PS e CAU, che permetta di smistare correttamente i pazienti e alleggerire il carico di lavoro del Pronto soccorso.

La vicenda solleva interrogativi più ampi sul funzionamento dell’intero sistema sanitario territoriale. "Le persone non riescono a fare gli esami per via delle liste d’attesa e finiscono per rivolgersi al PS per qualsiasi problema", sottolinea Di Lembo, evidenziando come la crisi dei CAU sia solo la punta dell’iceberg di un sistema che fatica a rispondere ai bisogni dei cittadini.

Un’occasione mancata?

Secondo NurSind, i CAU avrebbero potuto rappresentare una soluzione strategica per decongestionare i PS, ma la gestione inefficace ne ha decretato la chiusura. "Non è il servizio ad aver fallito, ma la sua implementazione", concludono i rappresentanti del sindacato.

La battaglia per un’assistenza più efficiente continua, e gli infermieri, con NurSind in prima linea, chiedono di non disperdere l’esperienza maturata con i CAU, ma di trasformarla in un modello più efficace e accessibile per tutti.