Infermieri. Ecco quando e come si configura il reato di sequestro di persona. La pena
Per la nostra rubrica, riguardante “Gli aspetti giuridici della professione infermieristica”, tratteremo i reati ai quali è esposto l’infermiere, nell'ambito della propria attività.
L'elencazione si basa su criteri di importanza e di frequenza dei fatti costituenti reato che riguardano la professione infermieristica nel suo insieme:
21 giugno 2023: esercizio abusivo di professione parte 1
23 giugno 2023: esercizio abusivo di professione parte 2
26 giugno 2023: somministrazione e detenzione di medicinali guasti o imperfetti
28 giugno 2023: rivelazione del segreto professionale
30 giugno 2023:rivelazione del segreto d'ufficio
3 luglio 2023:omissione di soccorso
5 luglio 2023: rifiuto di atti d'ufficio
7 luglio 2023 omissione di referto
10 luglio 2023 sequestro di persona
12 luglio 2023 violenza privata
14 luglio 2023 abbandono di persone minori o incapaci
17 luglio 2023 interruzione di un pubblico servizio
21 luglio 2023 violenza sessuale.
Quello di sequestro di persona, è uno dei reati di cui possono rispondere medici ed infermieri, per lo più quelli che lavorano in psichiatria e nell’ambito del trattamento delle dipendenze.
Il sequestro di persona è un reato previsto dall’articolo 605 del c.p:
Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto anni.
La pena è della reclusione da uno a dieci anni, se il fatto è commesso:
1) in danno di un ascendente, di un discendente, o del coniuge
2) da un pubblico ufficiale, con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni.
Se il fatto di cui al primo comma è commesso in danno di un minore, si applica la pena della reclusione da tre a dodici anni. Se il fatto è commesso in presenza di taluna delle circostanze di cui al secondo comma, ovvero in danno di minore di anni quattordici o se il minore sequestrato è condotto o trattenuto all’estero, si applica la pena della reclusione da tre a quindici anni.
Se il colpevole cagiona la morte del minore sequestrato si applica la pena dell’ergastolo.
Le pene previste dal terzo comma sono altresì diminuite fino alla metà nei confronti dell’imputato che si adopera concretamente:
1) affinché il minore riacquisti la propria libertà.
2) per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, aiutando concretamente l’autorità di polizia o l’autorità giudiziaria nella raccolta di elementi di prova decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l’individuazione o la cattura di uno o più autori di reati;
- 3) per evitare la commissione di ulteriori fatti di sequestro di minore.
Esempio di sequestro di persona è la sentenza della Cassazione, la n.32803/2019, che stabiliva come sia configurabile il reato di sequestro di persona per l’operatore sanitario che impedisce ai degenti di una struttura sanitaria psichiatrica di fuoriuscire dalla stanza con il metodo del cosiddetto ”materassino”.
I fatti
La Corte d'Appello di Roma ha confermato la sentenza del GIP del Tribunale di Velletri, con la quale un infermiere era stato condannato alla pena di anni quattro e mesi sei di reclusione, per reati di maltrattamenti aggravati e sequestro di persona aggravato, in danno di pazienti psichiatrici, ricoverati presso la struttura e commessi strattonandoli con violenza e usando metodi aggressivi nei loro confronti per immobilizzarli e indurli ad alimentarsi, dando ceffoni, colpendoli in varie parti del corpo, provocando lesioni personali, insultandoli, non vigilandoli con continuità, disinteressandosi della loro igiene personale e del loro abbigliamento e ponendo un materasso a ridosso della porta di ingresso della loro camera, onde impedire loro l'uscita, con l'aggravante di aver commesso il fatto con abuso dei poteri inerenti un pubblico servizio.
La Cassazione
Per la Cassazione, dall'istruttoria esperita era emerso che le i modi di operare dell’infermiere erano abituali, poste in essere dagli operatori in servizio presso la struttura, per non essere disturbati durante il servizio notturno. In sostanza, la limitazione della possibilità di uscire dalla stanza rappresenta, ad avviso della Corte territoriale, la connotazione tipica del sequestro di persona, che si differenzia dalla violenza privata, con cui ha in comune l'elemento della coercizione, proprio in considerazione di ciò. La tecnica del materassino, hanno poi osservato i giudici di merito, ha ostacolato di fatto la libertà di movimento dei pazienti.
La condanna è quindi confermata dalla Cassazione.