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Le vostre tesi: L'infermiere e la comunicazione nelle donazione di organi

Isabella La Pumadi
Isabella La Puma
Pubblicato il: 08/11/2023 vai ai commenti

Professione e lavoroStudenti infermieri

Infermieristicamente aiuta gli studenti con le loro tesi. Pubblichiamo e divulghiamo i vostri questionari in modo da farvi avere più risposte possibili, quindi più dati da utilizzare!

Oggi divulghiamo il questionario della laureanda Federica Bradascio, che studia presso l'Università di Bari "Aldo Moro", sede Miulli. Federica ha scelto come argomento di tesi i “livelli di comunicazione nel fine vita ai fini della donazione di organi e tessuti”, nella mail che ci ha scritto spiega :

La figura infermieristica ad oggi si pone in stretta relazione con il paziente, la sua famiglia, il caregiver e l'equipe sanitaria. Questa relazione permette di indagare e scoprire quali siano i reali bisogni dell'infermo e della sua famiglia nella quotidiana pratica clinica, ma ciò si rende ancora più utile nelle terapie intensive nelle quali vi è un più alto tasso di ricoveri a seguito di danni cerebrali o cardiaci. Queste condizioni spesso non garantiscono al paziente un graduale recupero nel mantenimento delle funzioni vitali, ma potrebbero essere candidabili alla donazione di organi e tessuti. E' in questo passaggio che le soft skills comunicative dell'infermiere rivestono un ruolo cruciale offrendo supporto psicologico, emotivo e dimostrarsi disponibili ai quesiti che possano emergere e che devono essere chiariti al fine di garantire una serena e consenziente dichiarazione di volontà di donazione di organi e tessuti”.

Dover affrontare diagnosi infauste, soprattutto a seguito di un evento improvviso, in un ambiente alieno come la terapia intensiva, è un’impresa davvero difficile per i familiari. Stabilire con chi assiste il paziente una relazione d’aiuto efficacie già al loro ingresso in reparto intensivo, con una vera e propria presa in carico precoce e continuativa dei familiari, è di fondamentale importanza per guidarli nella scelta sulla donazione degli organi.

Quindi è necessario sostenere i familiari nel processo di comprensione, elaborazione e consapevolezza dell’evento, aiutarli a riconoscere ed esprimere i propri stati emotivi, con partecipazione ed empatia da parte dei sanitari.

Non è sempre facile, poiché i sentimenti in gioco sono disperazione, dolore, senso di colpa, angoscia, rabbia, paura, smarrimento, solitudine, incredulità. E’ importante che l’infermiere, imprescindibile attore in questa difficile scena, debba offrire un luogo in cui il familiare è accolto, accettato e compreso, un luogo in cui esprimere emozioni intime quali angoscia, rabbia, disperazione, esprimendo le sue competenze relazionali.

Certo non è una cosa affatto semplice e molto del nostro rapporto con la morte e della nostra capacità empatica andrebbero indagati per capire se saremmo (o se siamo) davvero in grado di accogliere e sostenere tanto dolore. Successivamente è necessario introdurre l’argomento della donazione, cominciare a presentare questa possibilità ed essere in grado di rispondere a tutte le domande e i dubbi che potrebbero porci.

Ma quando può essere proposta ai familiari la donazione degli organi?

Viene posta quando vi è la certezza della comprensione da parte dei familiari dell’avvenuto decesso, si sostengono quindi i familiari nell’ espressione di una scelta, libera, informata e consapevole, sempre nel rispetto dei tempi decisionali dei familiari.

La qualità della relazione con i parenti nel processo di donazione rappresenta il nucleo di un processo di umanizzazione delle cure e l’infermiere ne è certamente un protagonista. Rispondi al questionario su questo interessante argomento cliccando qui!

Credit

https://www.trapianti.salute.gov.it/imgs/C_17_cntPubblicazioni_272_allegato.pdf