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Gaza sull’orlo della carestia: già 57 bambini morti per malnutrizione

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 15/05/2025

Estero

La denuncia dell’OMS: la popolazione affamata, malata e senza cure. Servono accessi umanitari immediati

Gaza è affamata, malata e intrappolata in un'emergenza umanitaria senza precedenti. La crisi alimentare si aggrava ogni giorno a causa del blocco degli aiuti imposto dal 2 marzo 2025, che impedisce l’accesso a cibo, medicinali e forniture salvavita. L’allarme arriva direttamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che denuncia un quadro devastante: l’intera popolazione di 2,1 milioni di persone è in stato di insicurezza alimentare acuta, con quasi mezzo milione già in condizioni “catastrofiche”.

Non serve una dichiarazione formale di carestia per capire che la popolazione di Gaza sta già morendo di fame e malattia,” ha affermato il Direttore Generale dell’OMS, Dr Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Il cibo e le medicine sono a pochi minuti di distanza, ma restano bloccati.”

Secondo l’ultimo rapporto dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), il 75% della popolazione si trova ai livelli più gravi di insicurezza alimentare. In meno di due mesi, almeno 57 bambini sono morti per malnutrizione, un numero che – secondo il Ministero della Salute – è destinato a crescere e che potrebbe essere sottostimato. Le previsioni indicano che nei prossimi undici mesi circa 71.000 bambini sotto i cinque anni potrebbero soffrire di malnutrizione acuta, in assenza di interventi rapidi.

A peggiorare la situazione è il circolo vizioso tra fame e malattia. I corpi debilitati dalla malnutrizione non riescono a guarire da comuni infezioni come diarrea, polmonite o morbillo. Allo stesso tempo, queste malattie aumentano il fabbisogno nutrizionale e peggiorano ulteriormente lo stato di salute. Con un sistema sanitario al collasso, vaccinazioni interrotte, acqua potabile quasi assente e igiene compromessa, ogni infezione può diventare fatale, soprattutto per i bambini più piccoli.

Anche le donne in gravidanza e allattamento sono a rischio: quasi 17.000 potrebbero necessitare di cure urgenti per malnutrizione acuta. La scarsità di latte materno, dovuta alla denutrizione, mette a rischio la sopravvivenza dei neonati, per i quali l’allattamento rappresenta spesso l’unica barriera contro fame e infezioni.

Il piano annunciato da Israele per la distribuzione di aiuti si rivela del tutto insufficiente rispetto ai bisogni immediati di milioni di persone. L’OMS, insieme all’intero sistema delle Nazioni Unite, chiede l’immediato rispetto dei principi umanitari e l’apertura di corridoi sicuri per far entrare aiuti, in modo equo e tempestivo. Attualmente, le scorte dell’OMS all’interno di Gaza sono sufficienti solo per trattare 500 bambini, una goccia nel mare rispetto all’emergenza in atto.

Le nostre forniture mediche salvavita sono pronte all’uso, a pochi passi da Gaza,” ha ribadito l’OMS, “ma restano inutilizzabili a causa del blocco. Nel frattempo, le persone muoiono.

L’organizzazione chiede l’immediata fine del blocco, il rispetto e la protezione delle strutture sanitarie, la liberazione di tutti gli ostaggi e l’urgente cessate il fuoco, per permettere l’inizio di un processo di pace duraturo.

Il punto di vista infermieristico

In un contesto così drammatico, la figura dell’infermiere rappresenta non solo un presidio sanitario essenziale, ma anche un baluardo di umanità. Gli infermieri presenti a Gaza – sia locali che delle organizzazioni internazionali – si trovano a operare in condizioni disumane: senza farmaci, senza attrezzature, senza acqua pulita, spesso senza elettricità e con il pericolo costante sulla propria vita.

La comunità infermieristica internazionale non può rimanere in silenzio. È nostro dovere professionale e morale levare la voce per chiedere accessi umanitari immediati e il rispetto del diritto alla salute per ogni essere umano. La neutralità del soccorso sanitario deve essere garantita sempre e ovunque.

Ogni bambino denutrito che muore in attesa di un aiuto bloccato è una sconfitta per l’intera umanità – e per tutti noi che abbiamo scelto di prenderci cura della vita.