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Infermieri. 5milioni di ferie non godute, la Corte di Giustizia condanna l’Italia al risarcimento

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 07/02/2024 vai ai commenti

La SentenzaLeggi e sentenzeProfessione e lavoro

Sui già malandati conti della sanità pubblica,  sta per abbattersi l’ennesima catastrofe, con una sentenza della Corte di Giustizia Europea che stabilisce le ferie annuali retribuite come diritto fondamentale del lavoratore nel settore pubblico. Questa decisione implica che tali ferie non possono essere negate o limitate neanche in caso di cessazione del rapporto di lavoro, comprese le dimissioni.

Il Segretario Nazionale di Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, commenta l'importanza di questa sentenza, sottolineando come sia un principio fondamentale esteso anche ai dirigenti medici e sanitari del servizio sanitario nazionale, a lungo rivendicato dall'associazione. Anaao Assomed evidenzia una situazione preoccupante per la salute e il benessere dei professionisti sanitari, che, per garantire la continuità dei servizi nonostante la cronica carenza di personale, hanno accumulato un considerevole debito di ferie non godute e ore straordinarie prestate, oltre 5 milioni di giornate di ferie accumulate negli anni e non godute e più di 10 milioni di ore di lavoro straordinario prestate

La sentenza della Corte di Giustizia Europea non solo legittima il diritto dei lavoratori alle ferie retribuite, ma sottolinea anche la possibilità di ricevere un'indennità economica in sostituzione, la quale non può essere condizionata da motivi esclusivamente economici. Di Silverio sottolinea che questa sentenza, insieme al nuovo contratto appena firmato, contribuisce a stabilire regole più chiare per sostenere i lavoratori del settore pubblico, anche se ciò non è sufficiente.

Tuttavia, questa decisione arriva in un momento critico, mentre si attende un altro importante verdetto dalla Corte Costituzionale riguardante la spesa sanitaria. Se la Consulta darà ragione all'industria produttrice dei dispositivi medici, potrebbe causare un ulteriore buco nei conti del Servizio Sanitario Nazionale, stimato in oltre 4 miliardi di euro. Secondo l'ultimo rapporto della Corte dei Conti, si stima che siano necessari 6 miliardi di euro per coprire gli sforamenti di spesa solo nel triennio 2021-24, a cui si aggiungono altri 1,1 miliardi di euro non ancora ripianati per il periodo 2015-18.