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Neopensionati, attenzione: l’INPS vi potrebbe chiedere indietro 12 mesi di pensione

Vincenzo Rauccidi
Vincenzo Raucci
Pubblicato il: 30/08/2024 vai ai commenti

Previdenza

Quanto ipotizzato nel titolo non è un caso raro ma, anzi, sono numerosi i casi di cronaca che riportano questa pratica, sicuramente poco gradita, da parte dell’INPS.

Crediamo sia utile informare, quindi, i numerosi colleghi neopensionati sugli errori da evitare al fine di non vedersi bloccare la tanto sospirata pensione.

Nell’articolo 19 del Dl 112/2008, convertito, con modificazioni, in legge 133/2008, si sancisce la possibilità per i pensionati collocati a riposo con la cosiddetta “pensione di anzianità” (oggi definita “pensione anticipata”) di poter esercitare un’attività lavorativa, quindi la possibilità di cumulare pensione e reddito da lavoro.

In più, i lavoratori pensionati, ogni cinque anni possono chiedere un ricalcolo della pensione che verrà aumentata in base ai contributi versati negli ultimi cinque anni.

Ciò che non molti sanno, invece, è che non tutti i pensionati possono lavorare dopo la pensione; nello specifico, in questa categoria rientrano tutti i soggetti pensionati con l’APE sociale o con le varie quote 100, 102 o 103. Per queste persone vige il divieto di svolgere qualsiasi attività lavorativa, ad eccezione di piccole attività non continuative e che non determinino un guadagno superiore ai 5.000 Euro.

Se i soggetti appartenenti a queste ultime categorie di pensionati cadessero nella pericolosa tentazione di avviare un’attività lavorativa, in proprio o per terzi, sappiano che l’INPS si sentirà autorizzato a sospendere immediatamente l’assegno pensionistico, indipendentemente dall’entità del guadagno proveniente dall’attività lavorativa.

Non solo: l’INPS chiederà anche gli arretrati dal 1° gennaio dell’anno in cui il lavoratore ricomincia a lavorare (ad esempio: la nuova attività lavorativa inizia il 10 dicembre e l’INPS chiederà indietro i 12 assegni pensionistici incassati fino a quella data dall’incauto lavoratore).

Tale vincolo, per i pensionati in questione, non dura per sempre, ma fino al raggiungimento dell’età pensionabile in vigore (oggi fissata a 67 anni). Dopo questa età, chiunque potrà svolgere una qualsiasi attività lavorativa e, contemporaneamente, incassare l’assegno pensionistico.