Le vostre tesi: la gestione infermieristica della sepsi
Infermieristicamente aiuta gli studenti con le loro tesi. Pubblichiamo e divulghiamo i vostri questionari in modo da farvi avere più risposte possibili, quindi più dati da utilizzare!
Oggi divulghiamo il questionario della laureanda Siria Picciallo, studentessa in Infermieristica presso l'Università degli studi di Bari "Aldo Moro" nella sede di Tricase. Siria ci ha inviato il suo questionario, parte della sua tesi che riguarda la gestione infermieristica della sepsi e sulle nuove tecnologie per il futuro per migliorarla ed è rivolto agli infermieri di Rianimazione e UTI di tutta Italia.
La sepsi è una sindrome clinica di disfunzioni organiche potenzialmente letale causata da una risposta disregolata all'infezione. Nello shock settico, vi è una riduzione critica della perfusione tissutale e può verificarsi l'insufficienza acuta di più organi, compresi i polmoni, i reni e il fegato. Le cause eziologiche più frequenti nei pazienti immunocompetenti includono molte specie diverse di batteri Gram-positivi e Gram-negativi. Nei pazienti immunocompromessi una sepsi può essere causata da funghi o da specie batteriche non comuni. I sintomi comprendono febbre, ipotensione, oliguria e stato confusionale. La diagnosi è data dall'associazione della clinica combinata con i dati microbiologici che mostrano la presenza di un'infezione; il riconoscimento e il trattamento precoce sono fondamentali. Il trattamento consiste in un'aggressiva rianimazione con liquidi, antibiotici, escissione chirurgica del tessuto infetto o necrotico e drenaggio di pus, e terapie di supporto. È una patologia “tempo dipendente”, l’esito clinico dipende dalla rapidità nel riconoscimento, da un efficace e tempestivo trattamento.
Fondamentale è la prevenzione delle infezioni, la tempestiva identificazione dei “pazienti sospetti” tra quelli che presentano sia instabilità clinica rilevabile attraverso l’utilizzo da parte dell’infermiere di una delle diverse scale di valutazione (MEWS, NEWS, NEWS2, qSOFA) che i fattori di rischio specifici, un rapido trattamento e l’identificazione della fonte infettiva.
Nel 2006 è stato proposto dalla “The UK Sepsis Trust” un bundle per il trattamento della sepsi, che dopo la sperimentazione ha dimostrato una riduzione del 46,6% della mortalità se si interviene entro un’ora nei pazienti gravemente compromessi e una diminuzione della durata della degenza.
Nel bundle “sepsis six” sono previsti sei interventi (da cui il nome), tre interventi diagnostici e tre interventi terapeutici:
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ossigeno ad alto flusso
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prelievo di campioni colturali
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idratazione endovenosa
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misurazione dei lattati
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monitoraggio delle urine
La studentessa che ci ha inviato il suo questionario ha bisogno del vostro aiuto per sapere quanti infermieri conoscono e applicano questi protocolli per la gestione del paziente in sepsi in terapia intensiva. Quindi se lavori o hai lavorato in ambito intensivo e ti sei confrontato con questo tipo di paziente clicca qui e aiuta la nostra futura collega!