Iscriviti alla newsletter

Concorso pubblico: lo scorrimento della graduatoria resta facoltativo

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 03/10/2024 vai ai commenti

La SentenzaLeggi e sentenzeProfessione e lavoro

La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l’ordinanza del 19 settembre 2024, n. 25210, ha ribadito un principio fondamentale in materia di concorsi pubblici: il candidato primo degli idonei in graduatoria non ha un diritto soggettivo all'assunzione qualora il vincitore, o uno dei vincitori, rinunci al posto. Questo chiarimento ribadisce il carattere facoltativo dello scorrimento delle graduatorie nel pubblico impiego contrattualizzato, un tema di grande rilevanza per chi partecipa a concorsi per lavorare nella pubblica amministrazione.

Il contesto normativo e giuridico
In base alla normativa vigente, nel caso di rinuncia, decadenza o dimissioni del candidato individuato a seguito dello scorrimento di una graduatoria ancora valida, la pubblica amministrazione non ha l'obbligo di proseguire ulteriormente con lo scorrimento per coprire i posti vacanti. La decisione iniziale di utilizzare la graduatoria esaurisce i suoi effetti con la nomina del candidato, e qualsiasi ulteriore assunzione richiede una nuova deliberazione da parte dell'amministrazione stessa.
Questo principio si fonda sulla normativa del pubblico impiego contrattualizzato, che assegna all’amministrazione la facoltà – ma non l'obbligo – di fare ricorso allo scorrimento della graduatoria. In altre parole, una volta individuato un candidato per il ruolo, la pubblica amministrazione può scegliere di non procedere con l’assunzione di altri idonei, anche se ci sono posti vacanti.

La norma di riferimento
L’articolo 35, comma 5-ter, del Decreto Legislativo 165/2001 prevede che le graduatorie dei concorsi per il reclutamento del personale pubblico rimangano valide per un periodo di due anni dalla data di approvazione. Tuttavia, questa disposizione si limita a stabilire un termine entro il quale la graduatoria può essere utilizzata, senza imporre un obbligo all’amministrazione di ricorrere allo scorrimento. Pertanto, il ricorso alla graduatoria rimane una scelta discrezionale della pubblica amministrazione, che può decidere se coprire o meno i posti vacanti.

Le implicazioni per i candidati
La decisione della Cassazione conferma quindi che, anche se si è primi tra gli idonei in una graduatoria di concorso, non si ha un diritto automatico all’assunzione in caso di rinuncia del vincitore. L’amministrazione può decidere di non coprire il posto vacante e di optare per altre soluzioni, come l’indizione di un nuovo concorso. Questo principio evidenzia l'importanza di non considerare lo scorrimento delle graduatorie come un meccanismo garantito, ma piuttosto come una possibilità subordinata alla volontà dell’ente pubblico.
In sintesi, la facoltà di utilizzo delle graduatorie rimane un'opzione nelle mani delle amministrazioni pubbliche, che possono decidere liberamente se e quando procedere con lo scorrimento, tenendo conto delle proprie esigenze organizzative e delle risorse disponibili.