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La maternità surrogata diventa reato universale, punita anche all’estero. Ecco cosa prevede la legge

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 17/10/2024 vai ai commenti

AttualitàGoverno

Con 84 voti favorevoli, 58 contrari e nessuna astensione, il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge (ddl) contro la surrogazione di maternità. La proposta, che porta la firma della deputata di Fratelli d’Italia (FdI) Maria Carolina Varchi e altri, rappresenta un significativo cambiamento normativo nel quadro giuridico italiano. Già approvata dalla Camera dei deputati, la legge introduce nuove misure volte a reprimere la pratica della surrogazione anche all’estero, con ripercussioni legali di ampia portata per i cittadini italiani che ricorrono a questa tecnica fuori dai confini nazionali.

I dettagli della nuova normativa
La legge approvata oggi è composta da un unico articolo che va a modificare l’articolo 12 della legge n. 40 del 2004, riguardante i reati relativi alla commercializzazione di gameti o embrioni e alla surrogazione di maternità. Il comma 6 dell’articolo 12 già prevedeva una pena per chiunque realizzasse, organizzasse o pubblicizzasse tali pratiche in Italia, con la reclusione da tre mesi a due anni e multe che variano tra 600.000 e un milione di euro.
Con l’introduzione di questo nuovo disegno di legge, viene aggiunto un periodo al termine del comma 6, estendendo la giurisdizione italiana alle condotte relative alla maternità surrogata anche se commesse all’estero. In altre parole, i cittadini italiani che ricorrono alla surrogazione di maternità in Paesi dove questa è legale potranno comunque essere perseguiti in Italia, e saranno applicate le stesse pene già previste per i reati commessi sul suolo nazionale.

Le implicazioni della legge
Il provvedimento fa leva su un principio già presente nel codice penale italiano, che consente di perseguire alcuni reati commessi all’estero, qualora siano ritenuti tali dalla legislazione italiana, anche se non lo sono nel Paese in cui si verificano. Questa misura, prevista dagli articoli 7 e seguenti del codice penale, si applica in casi particolari, tra cui quelli relativi alla surrogazione di maternità, e rappresenta una chiara intenzione del legislatore di ostacolare la pratica in ogni sua forma, sia all'interno che all'esterno dei confini nazionali.

L’Italia e il quadro internazionale
Questa legge pone l’Italia in una posizione molto restrittiva rispetto alla surrogazione di maternità, allineandosi a Paesi che hanno scelto di vietare o limitare severamente la pratica. Tuttavia, a differenza di altre nazioni europee, l’Italia sceglie di estendere la propria giurisdizione anche a reati commessi all’estero, creando un precedente significativo in ambito penale.