Malattia misteriosa del Congo. Primo caso sospetto a Lucca
Un uomo italiano, recentemente rientrato dalla Repubblica Democratica del Congo e residente a Lucca, è stato ricoverato all’ospedale San Luca con sintomi compatibili con una sindrome influenzale. Il ricovero, avvenuto dal 22 novembre al 3 dicembre, ha sollevato inizialmente il sospetto di una possibile correlazione con il misterioso focolaio epidemico emerso in una remota regione del Paese africano. Tuttavia, il paziente è stato dimesso completamente guarito, e le autorità sanitarie escludono attualmente rischi di contagio.
Accertamenti e precauzioni: il quadro clinico
Maria Rosaria Campitiello, capo del dipartimento di prevenzione del Ministero della Salute, ha confermato che sono in corso ulteriori verifiche sui campioni biologici prelevati durante il ricovero. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) è coinvolto nell’analisi per escludere eventuali infezioni legate al focolaio africano.
Secondo Spartaco Sani, responsabile delle malattie infettive dell’ospedale di Lucca, “l’uomo lavorava a circa 500 chilometri dalla zona del focolaio e presentava febbre e anemia, sintomi che possono essere associati a diverse patologie. Dopo il ricovero e le dimissioni in buone condizioni, è stato richiamato solo per scrupolo e per un’ulteriore conferma diagnostica”.
Il focolaio in Congo: un’epidemia misteriosa
Nel frattempo, l’epidemia nella regione remota di Panzi, nel Congo orientale, continua a destare preoccupazione. Secondo il Ministero della Sanità congolese, i decessi accertati sono 27 su 382 contagiati nei presidi sanitari, con ulteriori 44 morti riportati nei villaggi circostanti. L’area, scarsamente popolata e isolata, è caratterizzata da una quasi totale assenza di cure mediche, un fattore che potrebbe spiegare l’elevato tasso di mortalità (circa l’8%).
I sintomi principali includono febbre, mal di testa, tosse e congestione nasale, seguiti in alcuni casi da un rapido peggioramento fino alla morte. L’assenza di una diagnosi definitiva ha portato a un acceso dibattito tra gli esperti.
Le ipotesi degli esperti: polmonite, febbre emorragica o infezione respiratoria
Paul Hunter, professore di Medicina presso l’University of East Anglia, ipotizza che la malattia possa essere una forma di polmonite causata da Mycoplasma. L’infettivologo Matteo Bassetti suggerisce invece che potrebbe trattarsi di una febbre emorragica simile all’Ebola o alla febbre di Congo-Crimea, potenzialmente sostenuta da un virus finora sconosciuto. Carlo Federico Perno, responsabile della microbiologia all’ospedale Bambino Gesù, non esclude la possibilità di un’infezione a trasmissione respiratoria.
Queste ipotesi sono tuttavia preliminari, data la mancanza di dati epidemiologici e clinici completi.
Massima cautela ma rischio contenuto
Le autorità sanitarie italiane rassicurano sulla gestione della situazione: “Non ci sono al momento profili di rischio”, sottolinea l’Azienda sanitaria Toscana Nord, che ha eseguito verifiche approfondite in collaborazione con l’ospedale San Luca. La decisione di richiamare il paziente per ulteriori accertamenti rientra in un protocollo di massima prudenza.
L’attenzione resta alta, soprattutto alla luce del carattere ancora misterioso dell’epidemia congolese. Tuttavia, il caso di Lucca sembra confermare l’assenza di un immediato pericolo di diffusione in Italia.