Aviaria. Una sola mutazione potrebbe aprire la strada a una nuova pandemia
Un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Science ha lanciato l’allarme sul virus dell’influenza aviaria H5N1, un ceppo altamente patogeno che attualmente si sta diffondendo tra diverse specie animali, comprese le vacche da latte negli Stati Uniti. Gli scienziati hanno scoperto che basta una sola mutazione genetica per permettere al virus di agganciarsi ai recettori cellulari umani nelle vie aeree superiori. Questo cambiamento potrebbe facilitare la trasmissione tra gli esseri umani, aprendo scenari potenzialmente drammatici per la salute globale.
La scoperta: un singolo passo verso la trasmissibilità umana
I virus dell'influenza aviaria sono caratterizzati da proteine di superficie, come l’emoagglutinina, che consentono loro di legarsi ai recettori cellulari degli uccelli. Tuttavia, questi recettori differiscono solo leggermente da quelli presenti nelle cellule umane. Secondo il biochimico James Paulson dello Scripps Research, coautore dello studio, questa differenza “molto sottile” è cruciale. Con stupore dei ricercatori, è stato sufficiente sostituire il 226° amminoacido della sequenza genetica del virus per cambiare la sua affinità dai recettori aviari a quelli umani.
Il clade di H5N1 analizzato nello studio, emerso in Nord America nel 2021, ha già dimostrato una sorprendente capacità di infettare diverse specie animali, tra cui mammiferi terrestri e marini. Nonostante l’assenza di trasmissione da uomo a uomo, la mutazione identificata pone interrogativi inquietanti sul potenziale del virus di adattarsi agli esseri umani.
Un rischio tangibile
Le implicazioni dello studio non possono essere sottovalutate. “Se il virus diventa più efficiente nel legarsi ai recettori umani, aumenta il rischio di trasmissione tra persone,” avverte Jenna Guthmiller, immunologa dell’Università del Colorado. Le mutazioni simili osservate in virus influenzali del passato, come quelli responsabili delle pandemie del 1918 e del 2009, richiedevano almeno due cambiamenti genetici. Il fatto che H5N1 necessiti solo di una modifica rende la situazione particolarmente preoccupante.
Un caso recente in Canada, dove un adolescente è stato ricoverato in gravi condizioni per influenza aviaria, ha aggiunto ulteriore peso a queste preoccupazioni. Sebbene non vi siano ancora evidenze definitive di un collegamento diretto con le mutazioni studiate, il sequenziamento genetico ha mostrato somiglianze con ceppi circolanti negli allevamenti di pollame canadesi.
Le conseguenze di una maggiore adattabilità
Un virus che preferisce legarsi alle cellule delle vie aeree superiori, come quello studiato, potrebbe causare sintomi simili a quelli di un comune raffreddore, aumentando però la probabilità di diffusione attraverso tosse e starnuti. Al contrario, i ceppi di H5N1 che colpiscono le cellule del tratto respiratorio inferiore tendono a provocare gravi infezioni polmonari, ma sono meno trasmissibili. “La trasmissione è ciò che temiamo di più,” sottolinea Paulson, “ed è proprio qui che il nostro lavoro offre una prospettiva preoccupante.”
Quali sono le prossime sfide?
I ricercatori sottolineano che il legame ai recettori umani è solo uno dei fattori necessari affinché H5N1 diventi un virus pandemico. Altri elementi, come la capacità del virus di replicarsi e diffondersi nell'organismo, sono altrettanto cruciali. Tuttavia, l’identificazione di questa singola mutazione è un campanello d’allarme che potrebbe guidare futuri interventi di prevenzione e monitoraggio.
Gli esperti invitano alla prudenza ma anche all’azione. La sorveglianza genetica e lo studio delle proteine virali devono essere intensificati per identificare tempestivamente mutazioni potenzialmente pericolose. Come conclude Paulson: “La cosa che speriamo non accada è che tutte queste componenti si combinino, permettendo al virus di trasmettersi tra esseri umani e scatenare una nuova pandemia.”
Da scientificamerican