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Emergenze: la UE invita i cittadini a prepararsi con scorte di cibo e farmaci per 72 ore. Il piano

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 27/03/2025

AttualitàCronache sanitarie

 

Bruxelles, 26 marzo 2025 – La Commissione Europea, insieme all’Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza, ha presentato ufficialmente la Strategia per un’Unione della Preparazione (Preparedness Union Strategy). Un’iniziativa ambiziosa, strutturata e a lungo termine, che segna un punto di svolta nell’approccio europeo alla gestione delle crisi.

La nuova strategia nasce da una constatazione netta: le crisi non sono più eccezioni, ma parte della normalità. Tra pandemia, guerre, disastri naturali, attacchi informatici, manipolazioni esterne e cambiamenti climatici, l’Unione ha sperimentato negli ultimi anni la propria vulnerabilità in modo drammatico. Ora, l’obiettivo è costruire una resilienza sistemica e duratura, rafforzando la capacità dell’Europa di anticipare, assorbire e rispondere efficacemente a qualsiasi tipo di emergenza.

1. Il contesto: un’epoca di rischi sistemici

Il documento strategico individua con chiarezza la “nuova realtà” europea: un ambiente geopolitico instabile, con la guerra d’aggressione della Russia contro l’Ucraina che ha scosso le fondamenta della sicurezza europea. A questo si aggiungono tensioni globali crescenti, attacchi cibernetici sponsorizzati da Stati, campagne di disinformazione, sabotaggi alle infrastrutture critiche e il ritorno della guerra elettronica come arma strategica.

Anche la pandemia da COVID-19 ha rappresentato un test fallito su più fronti: catene di approvvigionamento interrotte, carenze energetiche e mediche, frammentazione della risposta sanitaria. Il cambiamento climatico, con il suo impatto accelerato sul continente europeo, ha aggravato ulteriormente la situazione. Alluvioni, incendi, ondate di calore, erosione costiera e siccità stanno diventando eventi ricorrenti. L’Europa è oggi il continente che si riscalda più rapidamente al mondo.

2. Perché serve un’Unione della Preparazione

Secondo la Commissione, il problema principale è che la risposta europea alle crisi è stata finora troppo reattiva, frammentata e poco integrata. Tra le criticità individuate:

  • Mancanza di valutazioni integrate e transfrontaliere dei rischi.

  • Insufficiente coordinamento tra istituzioni civili e militari.

  • Scarso coinvolgimento del settore privato e della società civile.

  • Meccanismi finanziari rigidi e poco adattabili.

  • Assenza di una cultura diffusa della preparazione tra i cittadini.

La Strategia punta a superare queste debolezze con un approccio interistituzionale, intersettoriale e intergenerazionale.

3. Obiettivi e principi guida della Strategia

L’ambizione della Preparedness Union è chiara: garantire la continuità delle funzioni vitali della società europea, anche nei momenti di crisi estrema. L’azione dell’UE si basa su tre principi chiave:

  1. Approccio “all-hazards”: una risposta integrata a tutti i tipi di minacce, naturali o provocate dall’uomo.

  2. Approccio “whole-of-government”: collaborazione tra tutti i livelli istituzionali – locali, regionali, nazionali e europei.

  3. Approccio “whole-of-society”: coinvolgimento attivo di cittadini, imprese, comunità locali, scuole, media, ONG, ricercatori.


4. Le sette aree strategiche e le 30 azioni chiave

1. Previsione e Anticipazione

  • Creazione di un sistema integrato di valutazione dei rischi e delle minacce a livello europeo.

  • Lancio di un “crisis dashboard” per i decisori politici, con aggiornamenti in tempo reale.

  • Rafforzamento del Centro di Coordinamento delle Emergenze (ERCC).

  • Avvio del servizio di osservazione satellitare governativo EOGS, con sensori di emergenza ad alta precisione.

  • Sviluppo di una piattaforma UE di scambio delle “lessons learned” e un catalogo per la formazione e i test di resilienza.

2. Resilienza delle Funzioni Vitali della Società

  • Tutela della democrazia, della sicurezza interna ed esterna, della continuità amministrativa e dell’economia.

  • Proposta di una strategia europea di stockpiling (riserve di beni strategici), con contributi da parte degli Stati membri.

  • Lancio di una Strategia europea per la resilienza idrica.

  • Introduzione del principio di “preparedness by design” nelle politiche UE: ogni normativa dovrà valutare l’impatto sulla resilienza.

3. Preparazione della Popolazione

  • Campagne informative per i cittadini e introduzione di una Giornata europea della Preparazione.

  • Linee guida per l’autosufficienza domestica di almeno 72 ore in caso di blackout o isolamento.

  • Inserimento dell’educazione alla preparazione nei curricula scolastici.

  • Priorità alla resilienza nei programmi Erasmus+ e Corpo di Solidarietà.

4. Cooperazione Pubblico-Privato

  • Istituzione di una Task Force mista pubblico-privato per garantire la continuità delle forniture strategiche.

  • Revisione del quadro normativo sugli appalti pubblici in caso di emergenza.

  • Nuovi protocolli per attivare risorse private in situazioni di crisi.

  • Creazione di un Centro europeo di competenza sulla sicurezza della ricerca.

5. Cooperazione Civile-Militare

  • Coordinamento tra autorità civili e forze armate nelle operazioni di risposta.

  • Integrazione di infrastrutture e strumenti a doppio uso (civile e militare).

  • Esercitazioni regolari e congiunte a livello UE, incluse simulazioni in scenari complessi.

  • Maggiore interoperabilità con la NATO in contesto di minaccia ibrida o armata.

6. Risposta alle Crisi

  • Costituzione di un Hub europeo di coordinamento delle crisi, all’interno dell’ERCC.

  • Potenziamento delle capacità rescEU (ospedali da campo, trasporti, sistemi di energia d’emergenza).

  • Collegamento tra la risposta interna dell’UE e l’azione esterna del Servizio Europeo per l’Azione Esterna.

7. Resilienza attraverso le Partnership Internazionali

  • Rafforzamento della cooperazione con Paesi candidati e vicini all’UE.

  • Inclusione della resilienza nelle politiche di sviluppo, aiuti umanitari e piani economici esterni (Global Gateway, NDICI, etc.).

  • Integrazione delle tematiche di preparazione nella collaborazione con Nazioni Unite e NATO.

5. Una visione condivisa, una responsabilità collettiva

La Strategia per l’Unione della Preparazione non sostituisce il ruolo degli Stati membri, ma lo rafforza. L’idea è quella di complementare le azioni nazionali, armonizzare le risposte, ottimizzare le risorse e sfruttare la scala continentale per costruire una protezione più efficace per tutti i cittadini europei.

Il documento prevede monitoraggi periodici dei progressi, relazioni annuali al Parlamento e al Consiglio UE e un aggiornamento costante delle priorità sulla base dei rischi emergenti.

Dall’emergenza alla resilienza permanente

Con questa strategia, l’Europa fa un passo deciso verso la normalizzazione della preparazione come funzione essenziale del progetto europeo. Non solo reazione, ma previsione, organizzazione e responsabilità collettiva. La Preparedness Union è un investimento non solo in sicurezza, ma anche in fiducia, coesione sociale e stabilità economica.

Il messaggio è chiaro: “insieme, possiamo costruire un’Europa più sicura, più pronta e più forte”.