Epidemia in Congo. Salgono a 527 i casi e 32 i decessi, sconosciuta la patologia
Kwango, RDC – 13 dicembre. Una patologia ancora sconosciuta ha messo in allarme la provincia di Kwango, nella Repubblica Democratica del Congo, dove, fino al 12 dicembre, sono stati segnalati almeno 527 casi e 32 decessi. Rispetto alla settimana precedente, si è registrato un aumento di 147 nuovi casi. La situazione è stata illustrata ieri sera dall’Africa CDC (Centres for Disease Control and Prevention) in una conferenza stampa.
Bambini sotto i 5 anni tra i più colpiti
Le fasce d'età maggiormente interessate dall’epidemia sono quelle dei bambini sotto i 5 anni e tra i 5 e i 9 anni. Secondo i dati forniti, la letalità complessiva si attesta intorno al 6%, ma per i bambini al di sotto dei cinque anni raggiunge un preoccupante 8,4%. Questo dato evidenzia la vulnerabilità dei più piccoli di fronte alla malattia, di cui però rimane ancora sconosciuta la natura.
Indagini ostacolate dalla logistica e dalla qualità dei test
Gli esperti dell’Africa CDC hanno sottolineato come la diagnosi sia rallentata da problemi nella qualità dei testdisponibili nei laboratori. La distanza tra la zona colpita e la capitale Kinshasa, pari a 700 chilometri, e le difficili condizioni logistiche aggravate dalla stagione delle piogge rendono i collegamenti estremamente complessi, con tempi di trasporto che possono superare i tre giorni.
“C’è un problema nella qualità dei test arrivati nei laboratori”, ha dichiarato un portavoce, evidenziando l’urgenza di fornire attrezzature adeguate e di potenziare le indagini sul campo.
Malattia ancora senza nome
Nonostante i numerosi sforzi in corso, la causa della patologia resta ignota. Il dato allarmante sulla mortalità e la rapidità di diffusione preoccupano gli esperti, che continuano a lavorare per individuare il patogeno responsabile. Le autorità sanitarie locali e internazionali stanno collaborando per monitorare l’evoluzione dell’epidemia e contenere l’impatto sulla popolazione, con un focus particolare sui gruppi più vulnerabili.