AOU Cagliari: Nursind, stato di agitazione da 2 mesi, silenzio della dirigenza e caos organizzativo
Il sindacato delle professioni infermieristiche accusa l’Azienda Ospedaliero Universitaria di latitanza e mancanza di risposte. Situazione critica per carenza di organico e risorse.
Da due mesi il sindacato delle professioni infermieristiche Nursind è in stato di agitazione presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria (AOU) di Cagliari. Nonostante le numerose proteste e le richieste avanzate, la dirigenza aziendale non ha fornito risposte concrete, lasciando i lavoratori in una situazione di caos organizzativo e di grave disagio operativo. La denuncia del sindacato è netta: "Dove è il direttore generale?".
Lo stato di agitazione e il silenzio della dirigenza
Il Nursind, rappresentante delle professioni infermieristiche, ha dichiarato lo stato di agitazione già da due mesi, ma le richieste del sindacato sono rimaste inascoltate. Vitalia Secci, Dirigente del Nursind e Segretaria Amministrativa, ha sottolineato come la situazione all’interno dell’AOU di Cagliari sia ormai al limite: "Viviamo nel caos più totale da mesi e mesi. La dirigenza aziendale latita e non fornisce alcuna risposta ai problemi dei lavoratori".
La protesta del sindacato si è concretizzata anche in un volantino di denuncia, distribuito tra gli operatori sanitari, con una domanda diretta e provocatoria: "Direttore generale, dove sei?". La stessa domanda è stata rivolta anche all’assessore regionale della Sanità e Salute, Armando Bartolazzi, attraverso una missiva formale in cui si denuncia l’inqualificabile atteggiamento della Direzione, caratterizzato da continue prevaricazioni delle regole stabilite dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL).
Carenza di organico e sicurezza a rischio
Uno dei punti più critici sollevati dal Nursind riguarda la grave carenza di personale, che ha portato a un rapporto infermiere-paziente insostenibile, spesso pari a 1:15 o addirittura superiore. Una situazione che mette a rischio non solo la qualità del lavoro, ma anche la sicurezza dei pazienti. "La mancanza di dotazione organica è stata più volte denunciata, ma non si è visto alcun intervento concreto da parte della dirigenza", ha affermato Luca Casula, dirigente del Nursind.
Inoltre, il sindacato denuncia la mancata comunicazione dei dati contabili relativi alle risorse spese nel 2024, rendendo impossibile qualsiasi forma di partecipazione sindacale e di contrattazione. "Nessuno ci ha comunicato la consistenza dei fondi contrattuali 2024, determinando un danno economico implicito per i lavoratori", ha aggiunto Casula.
Criticità operative e strutturali
Oltre alla carenza di personale, il Nursind ha evidenziato numerose altre criticità, sia operative che strutturali. Tra queste, la mancanza di spogliatoi, stipetti e spazi dedicati ai sindacati, che rendono ancora più difficile il lavoro quotidiano degli operatori sanitari. Inoltre, è stato denunciato il forte ritardo nella selezione degli incarichi di coordinamento, previsti dal contratto nazionale. "Questi ruoli vengono svolti da coordinatori facenti funzione, incaricati informalmente dai direttori di struttura, senza alcun riconoscimento formale né retribuzione", ha spiegato Secci.
Trattative in stallo e ritardi
Il sindacato ha anche sottolineato come diverse trattative siano rimaste in stallo o siano in forte ritardo. Tra queste, quelle relative al regolamento sulle Pronte disponibilità, alla quantificazione delle eccedenze orarie per la copertura dei turni vacanti, e al trasporto assistito materno (STAM) e in emergenza del neonato (STEN). "L’elenco dei disordini è lungo, il caos regna sovrano e l’Azienda continua a latitare", ha concluso Casula.
La situazione all’AOU di Cagliari sembra essere arrivata a un punto di non ritorno. Il Nursind, dopo due mesi di agitazione e numerose denunce, chiede con urgenza un intervento della dirigenza aziendale e delle istituzioni regionali per risolvere le criticità che stanno mettendo a rischio non solo il benessere dei lavoratori, ma anche la qualità dell’assistenza sanitaria offerta ai pazienti. La domanda rimane aperta: "Direttore generale, dove sei?".