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CCNL comparto sanità. Ecco quali nuovi diritti abbiamo perso e cosa rimane oggi

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 03/02/2025

Contratto Nazionale

Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Sanità 2022-2024 avrebbe dovuto rappresentare un passo avanti per oltre 581.000 lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale, tra infermieri, tecnici e personale amministrativo. Tuttavia, la mancata firma della preintesa ha lasciato il comparto in una situazione di incertezza, con le sigle sindacali divise e una serie di misure migliorative che restano per ora irrealizzate.

Le promesse del contratto non firmato

L'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran) aveva predisposto un accordo che prevedeva un aumento medio mensile di 172,37 euro per tredici mensilità, pari a un incremento salariale del 6,8%. Le risorse complessive stanziate ammontavano a 1,784 miliardi di euro, includendo specifiche indennità:

  • 175 milioni di euro destinati all'indennità per il personale di Pronto Soccorso,
  • 35 milioni per l'indennità di specificità infermieristica,
  • 15 milioni per l'indennità di tutela del malato.

Ma le organizzazioni sindacali non hanno trovato un accordo. Fp Cgil e Uil Fpl hanno giudicato insufficienti le risorse stanziate rispetto all'erosione del potere d'acquisto causata dall'inflazione, stimata intorno al 17%.

Le occasioni mancate: cosa avrebbero ottenuto i lavoratori

Secondo la tabella riepilogativa fornita da NurSind, le conseguenze della mancata firma si traducono in perdite concrete per i lavoratori:

Cosa perdiamo

  • Indennità per il personale del Pronto Soccorso: circa 300 euro mensili e oltre 3.700 euro di arretrati.
  • Indennità per le ostetriche: perdita di 47 euro mensili e oltre 500 euro di arretrati per la mancata equiparazione dell'indennità di tutela del malato a quella infermieristica.
  • Definizione di una tariffa oraria nazionale fissata a 50 euro.
  • Requisiti d'accesso per avanzamenti di carriera: laurea triennale e 7 anni di incarico.
  • Mancati benefici per i lavoratori: supporto psicologico, costituzione di parte civile in caso di aggressioni, patrocinio legale.
  • Maggiore flessibilità con riduzione del numero e della durata dei turni, esenzione da turni notturni e pronta disponibilità per i più anziani, tutoraggio ai giovani durante l'orario di servizio.
  • Possibilità di part-time a tempo anche per periodi brevi (3-6 mesi).

Cosa resta nello stato attuale

  • L'indennità per il personale del Pronto Soccorso resta ferma ai valori del 2022.
  • L'indennità per le ostetriche rimane quella fissata nel 2021.
  • I requisiti d'accesso per avanzamenti di carriera passano a laurea magistrale e 3 anni di incarico.
  • Turni rigidi senza possibilità di flessibilità.
  • Nessuna previsione per il supporto psicologico o il patrocinio legale.

Uno stallo con conseguenze pesanti

La mancata firma della preintesa non è solo un problema economico, ma un duro colpo per le condizioni di lavoro nel settore sanitario. Il CCNL avrebbe introdotto importanti miglioramenti nelle tutele per il personale esposto a turni massacranti e al crescente fenomeno delle aggressioni negli ospedali. Il risultato della mancata firma è un comparto bloccato, con migliaia di professionisti della sanità costretti a operare senza le tutele e i miglioramenti che il rinnovo contrattuale avrebbe garantito.

Per ora, l'incertezza regna sovrana. Con la trattativa ormai saltata, il rischio è che il rinnovo del contratto venga ulteriormente rimandato, lasciando i lavoratori in una situazione di precarietà e di mancato riconoscimento del loro ruolo fondamentale nel Servizio Sanitario Nazionale.