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Resilienza in corsia: la chiave nascosta per un’assistenza infermieristica di qualità

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 09/04/2025

Professione e lavoroStudi e analisi

 

 

Nel cuore del sistema sanitario italiano, la resilienza non è solo una qualità auspicabile: è una necessità strategica. È questo il messaggio chiave dello studio a cura del Dott. Francesco Ferroni, infermiere presso l’AOU Ospedali Riuniti delle Marche e specializzato in management dei servizi sanitari. Il suo lavoro – La resilienza in un’organizzazione sanitaria- Impatto sulla qualità dell’assistenza infermieristica” – esplora con metodo e chiarezza il ruolo cruciale della resilienza negli ambienti di cura e nel benessere del personale infermieristico.

Cos'è davvero la resilienza in sanità?

Ferroni definisce la resilienza come la capacità di adattarsi, resistere e riprendersi dalle difficoltà. Ma nel contesto sanitario, il concetto assume una valenza operativa: riguarda la tenuta emotiva degli infermieri, la qualità della leadership, il supporto organizzativo e le dinamiche di team. Gli infermieri non sono solo esecutori di procedure: sono professionisti immersi quotidianamente in contesti critici, spesso sotto pressione e con forti implicazioni emotive.

Gli ingredienti di un'organizzazione sanitaria resiliente

Lo studio individua alcuni pilastri fondamentali per costruire una cultura organizzativa solida:

  • Leadership efficace, in grado di valorizzare e riconoscere il lavoro degli operatori.

  • Supporto psicologico strutturato, per prevenire burnout e disagio.

  • Formazione continua, non come formalità ma come strumento di adattamento e crescita.

  • Comunicazione chiara, elemento essenziale per ridurre errori e rafforzare la collaborazione.

Effetti tangibili sulla qualità dell'assistenza

Secondo Ferroni, una struttura resiliente produce effetti diretti e misurabili:

  • Miglioramento dell’assistenza: infermieri meno stressati offrono cure più sicure ed efficienti.

  • Meno turnover e assenteismo: un clima positivo trattiene il personale qualificato.

  • Pazienti più soddisfatti: il benessere degli infermieri si riflette nella relazione di cura.

Le strategie per rafforzare la resilienza

Non si tratta di qualità innate. La resilienza si costruisce, giorno dopo giorno, attraverso:

  • Supporto tra pari e confronto nei gruppi.

  • Tecniche di mindfulness e rilassamento per gestire lo stress.

  • Bilanciamento vita-lavoro, un tema spesso trascurato in ambito sanitario.

  • Autoconsapevolezza e autocura, come riconoscere i propri limiti e chiedere aiuto.

Il ruolo degli infermieri nella resilienza dei pazienti

Lo studio va oltre l’autoreferenzialità e mette in luce anche un aspetto spesso ignorato: il contributo degli infermieri nel promuovere la resilienza dei pazienti. Attraverso empatia, ascolto e supporto, aiutano i malati ad affrontare la propria condizione con maggiore forza interiore.

Investire nella resilienza è investire nella qualità

Ferroni chiude con una sintesi chiara: una sanità che vuole essere efficace deve investire nella resilienza. Non è solo una questione di benessere degli operatori, ma di sicurezza, efficienza e umanità dell’intero sistema. Le istituzioni, secondo l’autore, hanno la responsabilità di creare condizioni organizzative che favoriscano questo sviluppo, rendendo la resilienza parte integrante delle politiche sanitarie.

Lo studio del Dott. Ferroni è un contributo importante in un momento in cui la tenuta del sistema sanitario dipende sempre più dalla capacità delle persone che lo animano. E proprio la resilienza, spesso invisibile ma potentissima, potrebbe fare la differenza.