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Trasferimento lavoratori dell’emergenza verso Azienda Zero, NurSind: Serve chiarezza e rispetto

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 10/04/2025

NurSind dal territorioPiemonte

 

Mattinata tesa al tavolo politico sul futuro dei lavoratori dell’emergenza territoriale in Piemonte. Al centro della discussione, il loro trasferimento verso la nascente Azienda Zero, il nuovo ente previsto dalla riforma sanitaria regionale. Ma il sindacato degli infermieri NurSind lancia un segnale chiaro: senza una presa di posizione formale da parte dell’assessorato alla Sanità, il confronto non avrà seguito.

Il NurSind ha ribadito più volte la necessità di garantire tutele giuridiche ed economiche ai professionisti dell’emergenza sanitaria territoriale, categoria finora esclusa da diversi istituti contrattuali. Una questione che, secondo il sindacato, non può più essere rimandata.

“In assenza di una posizione chiara da parte dell’assessorato – scrive NurSind Piemonte – non parteciperemo a ulteriori incontri. Serve una linea politica, non passerelle.” Il messaggio è diretto e rispecchia il clima di crescente frustrazione tra gli operatori sanitari, che chiedono garanzie precise prima di qualsiasi cambiamento strutturale.

Durante l’incontro, i sindacati presenti hanno fatto fronte comune nel sottolineare un punto fondamentale: la normativa attuale non consente cessioni di rami d’azienda come quella ipotizzata per l’emergenza territoriale. Una trattativa che, secondo NurSind, si preannuncia complicata, anche a causa del comportamento del commissario della Città della Salute, definito “arrogante e irrispettoso”.

“Non è accettabile – denuncia il sindacato – che un sistema così delicato venga messo a rischio da atteggiamenti superficiali. Qui si parla di un servizio essenziale per i cittadini. Ogni decisione va presa con responsabilità.”

NurSind assicura che continuerà a vigilare e a fare pressione, con un unico obiettivo: difendere la dignità professionale e i diritti dei lavoratori del settore emergenza, pilastro insostituibile del sistema sanitario regionale.