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Einstein Telescope... cercasi infermieri intergalattici: la Sardegna investe, la sanità aspetta

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 10/04/2025

Punto di VistaSardegnaSatira

 

Per la sua realizzazione è già prevista una compartecipazione della Regione Sardegna di 350 milioni, ma siccome la concorrenza col sito di Limburgo è spietata, il 5 aprile scorso la giunta Regionale ha impegnato altri 20 milioni di euro per importanti opere di collegamento e manutenzione del sito di Sos Enattos (candidato ad ospitare l’importante struttura) e per la predisposizione di un piano di comunicazione e animazione territoriale, al fine di rafforzare il coinvolgimento dei territori e la visibilità e il sostegno alla candidatura della miniera abbandonata.

Insomma, se va bene ci giochiamo 370 milioni di euro isolani, se va male resteranno buone la ristrutturazione di una diga, una strada e qualche brochure con cui accendere i camini d’inverno, oltre che qualche milione in comunicazione a perdere. Rischi che si devono correre, si dirà, visto che le cifre sui posti di lavoro – millemila migliaia – si rincorrono man mano che la data per la scelta si avvicina (un balletto che ricorda quello sugli occupati per il ponte sullo Stretto).

Stiamo parlando dell’Einstein Telescope, la più grande infrastruttura sotterranea al mondo che ospiterà un rivelatore di onde gravitazionali, in grado di osservare un volume di universo almeno mille volte maggiore rispetto agli strumenti attuali, per studiare la storia dell’universo, risalendo fino all’epoca in cui è comparsa la luce, per capirne l’origine, l’evoluzione e il futuro, verificare i limiti della relatività generale e tentare una conciliazione con la meccanica quantistica: uno dei grandi problemi irrisolti della fisica fondamentale.

Me cojoni!, direbbero in quel di Roma.

Ma siccome la decisione finale spetta alla Comunità scientifica internazionale (1500 esperti da 24 paesi e 217 istituti), ai Governi europei e all’ESFRI, l’idea che la Regione Sardegna sia disposta a impegnare subito 20 milioni di euro senza alcuna garanzia di risultato a me francamente non va giù.

Soprattutto se penso alle carenze di organico negli ospedali, agli istituti contrattuali negati per mancanza di personale, alle ferie e ore accumulate impossibili da smaltire, alle corsie con pazienti su brande e barelle, alla mancanza di medici di base, alle liste d’attesa infinite, ai cittadini che non sanno a chi rivolgersi nemmeno per una ricetta. E mi fermo per pietà.

Sì sì, state calmi, sento già la critica. Ma dico: al netto delle potenzialità economiche e occupazionali, considerato che l’interesse è nazionale, che la Regione Sardegna ha già messo in conto 350 milioni, e ammesso che le opere promesse si facciano davvero, non sarebbe più opportuno investire sul diritto alla salute, visto che le professioni sanitarie non le vuole più fare nessuno, che la medicina attira solo per le specializzazioni privatizzabili?

Un esempio? Ci sono città turistiche in Sardegna sede di ospedali dove anche volendo, un infermiere non trova casa, perché è più redditizio affittare ai vacanzieri. Poteva forse dirottarsi qualche milioncino per affrontare questo problema?

Insomma, qualcosa non torna: troppo fervore, troppi milioni, troppi posti di lavoro da pallottoliere… Un attimo però, vuoi vedere che…

Ma sì, ci sono! Vuoi vedere che le onde gravitazionali serviranno a cercare nel cosmo profondo infermieri e medici di altre galassie, da convincere a lavorare sull’isola e sulla penisola? E così, in un colpo solo, risolviamo il problema occupazionale isolano e la carenza di professionisti sanitari?