Iscriviti alla newsletter

Vincolo di esclusività, il ministro frena: possibile proroga al 2026

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 19/11/2025

AttualitàGovernoParlamento

Il ministro della Salute Orazio Schillaci interviene in Parlamento sul tema dell’esclusività e sulle incompatibilità per il personale sanitario, al centro di un’interrogazione presentata dalla deputata Simona Loizzo e altri parlamentari della Lega. La risposta del ministro chiarisce la posizione del Governo e apre alla possibilità di una proroga al 2026, motivata da una raccolta dati ancora incompleta e da esigenze operative del Servizio sanitario nazionale.

Schillaci premette che l’obiettivo resta un SSN efficiente, in cui ogni figura rispetti il proprio ruolo e le norme vigenti, anche quando si parla di libera professione. Ricorda che nel 2023 la Conferenza delle Regioni ha prodotto un documento per armonizzare le interpretazioni sulle incompatibilità e per delineare i doveri di dipendenti e aziende. Ogni struttura dovrebbe dotarsi di un regolamento interno per valutare e autorizzare eventuali incarichi esterni.

Il ministro precisa però che l’attuazione delle regole procede a velocità diverse. Dal novembre 2023 il Ministero ha avviato un monitoraggio sulle autorizzazioni rilasciate dalle aziende del SSN. Le Regioni dovrebbero inviare trimestralmente i dati sulle richieste presentate, accolte o respinte, e sull’adozione dei regolamenti interni. Una parte degli enti non ha però trasmesso la documentazione richiesta e non tutte le aziende hanno ancora approvato il regolamento.

Le informazioni raccolte finora mostrano che le autorizzazioni più frequenti riguardano infermieri, fisioterapisti, dietisti, logopedisti, terapisti della neuropsicomotricità e tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria. Dati utili, ma ancora troppo parziali per comporre un quadro nazionale coerente.

Per questo motivo il Governo valuta una proroga del termine attualmente fissato al 31 dicembre 2025. L’ipotesi è spostarlo di un anno, al 31 dicembre 2026. Secondo Schillaci, la proroga serve a due scopi: rispondere al crescente bisogno di prestazioni nel sistema sanitario e valorizzare il personale del comparto, offrendo margini di attività analoghi a quelli già riconosciuti ai dirigenti medici fuori dall’orario di servizio.

Il ministro respinge l’idea che si tratti di un rinvio per inerzia. Sostiene che la decisione dovrà poggiare su dati completi e verificabili, non su percezioni parziali. Nel frattempo il Ministero continuerà a sollecitare le Regioni che non hanno adempiuto agli obblighi informativi e a seguire da vicino l’adozione dei regolamenti aziendali.

Schillaci rivendica la volontà di valorizzare le competenze dei professionisti sanitari e ricorda che un incremento dell’operatività può portare benefici anche sul piano fiscale. Ma ribadisce che ogni scelta deve essere fondata su una fotografia reale e uniforme del Paese.

La partita dell’esclusività resta quindi aperta. La prossima mossa dipenderà dalla capacità delle Regioni di fornire un quadro finalmente completo.