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AST Ascoli Piceno al collasso: NurSind denuncia caos organizzativo e rischi per l’assistenza

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 20/12/2025

MarcheNurSind dal territorio

Personale allo stremo, turni insostenibili e demansionamenti: l’allarme del sindacato degli infermieri

Ascoli Piceno, 20/12/2025. La sanità pubblica non può reggersi sulla resistenza infinita di chi lavora ogni giorno in corsia. È da questo presupposto che nasce la presa di posizione forte e netta del NurSind, che porta all’attenzione nazionale la situazione sempre più critica dell’AST Ascoli Piceno. Un sistema che, nonostante gli annunci su nuove assunzioni di infermieri e OSS, continua a mostrare crepe profonde nella gestione quotidiana dei servizi, nei due presidi ospedalieri e sul territorio.

Il personale è allo stremo e non intravede alcuna luce in fondo al tunnel. Carichi di lavoro sempre più pesanti, turnazioni gravose e una programmazione instabile sono diventati la normalità, in un clima lavorativo che si deteriora giorno dopo giorno. La carenza cronica di personale e i problemi organizzativi non restano confinati alle dinamiche interne, ma finiscono per incidere direttamente sulla qualità dell’assistenza e sulle condizioni di sicurezza per pazienti e operatori.

  "Quando mancano risorse strutturali, la risposta non può essere lo spostamento continuo di persone da un reparto all’altro", evidenzia il NurSind, "perché così si crea solo disordine, si aumentano i rischi e si scarica tutto il peso su chi è in corsia".

Emblematico è il fenomeno dell’“OSS trottola”, già segnalato in passato e oggi non solo ancora presente, ma addirittura peggiorato. Un unico operatore socio-sanitario chiamato a coprire contemporaneamente più reparti nello stesso turno, costretto a “saltare” da un’unità all’altra per tamponare carenze strutturali. Una pratica che non ha nulla a che vedere con una corretta organizzazione del lavoro e che rappresenta, di fatto, il fallimento della programmazione del personale.

 "Pretendere che una sola persona copra più reparti nello stesso turno non è organizzazione, è una gestione al limite che aumenta gli errori potenziali", sottolinea il sindacato.

Ancora più grave la situazione nel blocco operatorio, dove vengono sottratti OSS per coprire altri reparti. In questo modo l’infermiere strumentista è costretto a svolgere attività non proprie, configurando un demansionamento di fatto. Una scelta che mortifica professionalità costruite nel tempo e che indebolisce un settore delicatissimo, tanto più se si considera che la stessa Azienda è già stata condannata dalla Cassazione per demansionamento.

A completare il quadro c’è una gestione dei turni spesso illogica: professionisti giovani impiegati negli ambulatori e operatori over 60 sulle notti in reparto, nonostante il nuovo CCNL preveda tutele specifiche ed esoneri dalla turnazione notturna e dalla reperibilità. Ignorare queste previsioni contrattuali non significa “tenere duro”, ma logorare le persone e indebolire ulteriormente i servizi.

  "La sanità non si regge sull’improvvisazione né sulla logica del tappare buchi", ribadisce il NurSind. "Si regge su programmazione, organici adeguati, competenze rispettate e condizioni di lavoro sostenibili".

Quando queste basi vengono meno, il danno non ricade solo sui lavoratori. A pagare il prezzo più alto è il cittadino, perché l’assistenza diventa più difficile, più lenta e più esposta al rischio. Trattare i professionisti come figure intercambiabili, come semplici “matricole” spostabili a piacere, significa svalutare il lavoro sanitario e impoverire la qualità dell’intero sistema.

Un ulteriore nodo irrisolto riguarda part-time e mobilità interna, con bandi fermi da anni, dai tempi del Covid. Sbloccarli significherebbe valorizzare le competenze, dare stabilità ai servizi e permettere ai lavoratori di conciliare vita familiare e lavoro, elementi fondamentali per contrastare l’emorragia di personale.

  "Serve un cambio di passo netto, con decisioni concrete", afferma Maurizio Pelosi, segretario territoriale NurSind di Ascoli Piceno. "Continuare così significa trascinare il sistema verso un logoramento progressivo, fino al punto di rottura, con conseguenze gravi per i lavoratori e per i cittadini".

Il messaggio che arriva da Ascoli Piceno è chiaro e non può più essere ignorato: difendere chi lavora in sanità significa difendere il diritto alla salute di tutti.