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ASST della Brianza, per il NurSind il problema non è solo assumere

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 22/12/2025

LombardiaNurSind dal territorio

Bandi aperti fino al 2026, ma per il NurSind senza valorizzazione il sistema non regge

Vimercate, 22/12/2025. La carenza di infermieri non è più una notizia occasionale, ma una condizione strutturale che segna profondamente la sanità pubblica. Alla ASST della Brianza il segnale è ormai evidente: l’azienda ha scelto di mantenere aperto un bando per l’assunzione di infermieri fino al 31 dicembre 2026. Una finestra temporale così ampia che, di fatto, certifica una difficoltà persistente nel reperire professionisti e nel rendere attrattivo il lavoro infermieristico in uno dei territori economicamente più costosi del Paese.

 

Secondo la segreteria territoriale del NurSind Monza e Brianza, nell’azienda sono attualmente in servizio circa duemila infermieri. Un numero che cresce se si guarda all’intero ambito provinciale, ma che resta largamente insufficiente rispetto ai bisogni reali. La stima sindacale parla di almeno mille professionisti mancanti, un vuoto che pesa ogni giorno sui reparti, sugli ambulatori e sull’organizzazione complessiva dei servizi.

   "Tenere aperti i bandi per anni non risolve il problema se non si interviene sulle cause che allontanano gli infermieri", evidenzia il NurSind Monza e Brianza, mettendo in luce una criticità che va ben oltre il semplice reclutamento.

Uno dei nodi principali resta quello economico. Gli stipendi degli infermieri risultano del tutto inadeguati rispetto al costo della vita nell’area compresa tra Monza e Milano, rendendo difficile, soprattutto per i più giovani, immaginare un progetto di vita stabile. A questo si sommano condizioni di lavoro sempre più gravose, con turni notturni frequenti, rientri forzati e continue richieste di flessibilità che incidono pesantemente sull’equilibrio tra vita privata e professionale.

   "Negli ospedali il personale vive un vero e proprio ping pong di turni, spesso aggravato dalle assenze non coperte", sottolinea ancora il NurSind, "una situazione che genera stress, demotivazione e fuga dal sistema pubblico".

Il quadro si complica ulteriormente se si guarda ai dati anagrafici. L’età media degli infermieri in Brianza supera ormai i 50 anni, rendendo il ricambio generazionale sempre più difficile. Senza politiche di valorizzazione, senza un miglioramento delle condizioni contrattuali e organizzative, il rischio è quello di un progressivo impoverimento delle competenze e di una crescente difficoltà nel garantire standard assistenziali adeguati.

   "Il problema non è solo assumere, ma trattenere e valorizzare chi già lavora nella sanità pubblica", ribadisce il NurSind Monza e Brianza. "Senza un cambio di rotta, anche i bandi più lunghi resteranno una risposta parziale a una crisi profonda".

La ASST della Brianza continua a promuovere le selezioni attraverso i propri canali istituzionali, ma il messaggio che arriva dal sindacato infermieristico è chiaro: la carenza di personale non si risolve con i bandi, ma con scelte politiche e gestionali coraggiose. Perché senza infermieri motivati, tutelati e riconosciuti, la sanità pubblica rischia di perdere uno dei suoi pilastri fondamentali.