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La crocerossina a cospetto di Mattarella racconta di aver svolto attività di infermiera. Il Sindacato dei Militari: Intervenga la Procura

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 04/06/2020 vai ai commenti

AttualitàCoronavirus

Il Sindacato dei Militari ha invitato l’autorità giudiziaria a svolgere accurati accertamenti per verificare se nelle attività, raccontate come svolte dall’infermiera volontaria della Croce Rossa italiana Giovanna Boffelli, si possa ravvisare l’ipotesi dell’esercizio abusivo della professione infermieristica.

La vicenda

Ieri 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, il Presidente Mattarella si è recato in visita a Codogno, il piccolo paesino del Lodigiano, da dove ha avuto inizio l’incubo Coronavirus per l’Italia.

Nel corso della visita, abbiamo potuto ascoltare l’intervento dell’infermiera volontaria della Croce Rossa Italiana, Sottotenente Giovanna Boffelli.

Il fatto che abbia parlato una crocerossina a nome degli Infermieri che hanno vissuto in prima linea la battaglia Covid, proprio nel lodigiano, che più di altri ha sperimentato sulla propria pelle, inesperienza ed improvvisazione, lascia alquanto perplessi.

Ma quello che lascia maggiormente sgomenti è quello che ha raccontato, secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, la Boffelli:

Ho vissuto veramente questo periodo perché andavo nelle case delle persone, ho incominciato il 26 febbraio facendo iniezioni a chi aveva bisogno”, “Ho fatto fino 21 iniezioni al giorno, 16-17 persone tutti i giorni per un periodo lungo e non ho ancora finito”.

Sul sito web della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche con una semplice verifica, si può constatare che l’infermiera volontaria della Croce Rossa italiana, Giovanna Boffelli, ad oggi non risulterebbe essere iscritta all’albo delle professioni infermieristiche.

Non vi è alcun dubbio che quanto raccontato dalla Boffelli è abuso di professione, e come non potrebbe non esserlo, visto che fuori dall’ambito Militare l’operato delle infermiere volontarie della croce rossa non ha nessuna valenza.

 

Chi sono le Infermiere volontarie?

Infermiere? Volontarie? OSSS?

Un insieme di attribuzioni che recano in se diverse contraddizioni.

Partiamo dall’attribuzione di “Infermiere”.

L’infermiere, secondo il Decreto Ministeriale n° 739/94, è responsabile dell’assistenza infermieristica, lo stesso precisa la natura dei suoi interventi, le sue competenze, le aree della formazione specialistica.

L’Infermiere è un professionista intellettuale, in possesso della Laurea ed iscritto all’Ordine.

Secondo la normativa dunque, le volontarie della CRI non sono infermiere, non sono laureate e non sono iscritte all’Ordine.

Chi sono allora le Infermiere Volontarie?

La Legge 108 del 3 Agosto 2009 articolo 3 comma 10 stabilisce che "Il personale in possesso del diploma di infermiera volontaria della Croce Rossa Italiana, equivalente all'attestato di qualifica di operatore socio-sanitario specializzato, esclusivamente nell'ambito dei servizi resi, nell'assolvimento dei compiti propri, per le Forze armate e la Croce Rossa Italiana, è abilitato a prestare servizio di emergenza e assistenza sanitaria con le funzioni e le attività proprie della professione infermieristica".

Una legge paradossale, che se da un lato le definisce OSSS, dall’altra le trasforma in infermiere nei casi di emergenza.

Anche sul termine volontarie, c’è qualcosa da obiettare, visto che su tutto il territorio italiano, sono stati aperti diversi ambulatori infermieristici proprio dalle volontarie della CRI che, si occupano di fare iniezioni, misurazione della glicemia, della pressione arteriosa e piccole medicazioni, sembrerebbe con tanto di tariffario.

Quindi ricapitolando, non sono infermiere e in talune eccezioni non sembrerebbero essere nemmeno “volontarie”, non mi pare che l’Italia sia una nazione devastata dalla guerra.

Passiamo infine all’attribuzione dell’equipollenza con il titolo di OSSS.

L'art. 1737 del Codice dell'Ordinamento militare - prescrive che "il personale in possesso del diploma, equivalente all'attestato di qualifica di operatore socio-sanitario specializzato, esclusivamente nell'ambito dei servizi resi, nell'assolvimento dei compiti propri delle Forze armate e della Croce rossa italiana, è abilitato a prestare servizio di emergenza e assistenza sanitaria con le funzioni e attività proprie della professione infermieristica".

 

Alla luce del carattere di specialità del corpo normativo che la recepisce, la disposizione va interpretata nel senso che l'equiparazione tra il diploma di infermiera volontaria della Croce Rossa Italiana e l'attestato di qualifica di OSSS operano esclusivamente nell'ambito dei servizi e dei compiti propri delle Forze Armate e della Croce Rossa Italiana, con esclusione di qualsiasi equivalenza al di fuori di tale settore.

L’equiparazione quindi vale solo in ambito Militare; ne deriva che in ambito civile tutto questo non abbia valenza.

 

Marialuisa Asta