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Prestazioni aggiuntive negate agli infermieri, l'accusa del NurSind

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La Redazione
Pubblicato il: 14/04/2021

Comunicati StampaCoronavirusNurSind dal territorioSicilia

L’Asp di Caltanissetta, accusata di mancata attivazione delle prestazioni aggiuntive, indispensabili alla gestione delle prestazioni sanitarie legate alla pandemia da covid-19.

Ad accendere i riflettori sulla vicenda è il sindacato delle professioni Infermieristiche NurSind, con il segretario Giuseppe Provinzano, evidenziando il mancato rispetto dell’accordo regionale adottato, invece, dalle aziende sanitarie provinciali di cinque province regionali, ovvero: Agrigento, Enna, Messina, Palermo, Trapani.

Si parla di risorse differenti, rispetto al lavoro straordinario utili sia a fronteggiare la campagna vaccinale che, più in generale, garantire una migliore gestione del covid-19. Le somme in questione, 30 euro l’ora, potrebbero rappresentare un ulteriore ristoro mensile per i qualificati operatori del settore, da sempre impegnati in prima linea tra le corsie ospedaliere. La platea degli infermieri che beneficerebbe dell’indennizzo, differente dal lavoro straordinario, è molto alta.

Come noto – scrive il NurSind – gli infermieri, le ostetriche e gli operatori sanitari sono ancora impegnati, in questa emergenza covid, a 360 gradi, e tutti i giorni si prodigano per salvaguardare la salute dei cittadini, salute minacciata dal coronavirus. Affrontano turni impossibili, stress emotivi inimmaginabili e hanno un rischio di contrarre la malattia di gran lunga superiore al cittadino medio. Sono sempre loro, infatti, i primi ad affrontare disagi, compiere sacrifici e fronteggiare le varie minacce alle quali sono quotidianamente esposti. Per questi motivi vi chiediamo di dare la giusta attenzione verso chi oggi, si trova qui a rischiare la propria vita per salvarne altre”. Infine – conclude Provinzano - crediamo sia doveroso da parte dell’Asp di Caltanissetta lanciare un segnale di vero riconoscimento a chi, da sempre, ha contribuito, come anche in questa emergenza pandemica, ad evitare l’implosione dei servizi sanitari della nostra provincia.