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Infezioni correlate all’assistenza. Strategie per prevenire le polmoniti

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 24/01/2023 vai ai commenti

NursingProfessione e lavoro

Le ICA includono infezioni trasmesse dall'esterno (esogene), da persona a persona o tramite gli operatori e l'ambiente, e infezioni causate da batteri presenti all'interno del corpo (endogene).

Queste infezioni hanno un impatto clinico ed economico rilevante: secondo il primo rapporto globale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le ICA provocano un prolungamento della durata di degenza, disabilità a lungo termine, aumento della resistenza dei microrganismi agli antibiotici, un carico economico aggiuntivo per i sistemi sanitari e per i pazienti e le loro famiglie e una significativa mortalità in eccesso.

In Europa, le ICA provocano ogni anno:

  • 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza
  • 37.000 decessi attribuibili
  • 110.000 decessi per i quali l’infezione rappresenta una concausa.

I costi vengono stimati in approssimativamente 7 miliardi di Euro, includendo solo i costi diretti.

Nel 2008 è stato pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti lo SHEA/IDSA/APIC Compendium of Strategies to Prevent Healthcare-Associated Infections in Acute Care Hospitals, con l’obiettivo di fornire raccomandazioni operative per la prevenzione e il controllo di quelle infezioni correlate all’assistenza (ICA) che hanno un maggiore impatto sulla sicurezza e qualità dell’assistenza. Il Compendio è stato aggiornato nel 2014 e, a distanza di 8 anni, è stato avviato un analogo processo di revisione, che si concluderà alla fine del 2022. 

A maggio 2022 sono state pubblicate le prime due raccomandazioni, relative rispettivamente alle batteriemie correlate a catetere vascolare ed alle polmoniti correlate all’assistenza.

In questa seconda parte (clicca qui per leggere la prima parte) tratteremo le strategie per prevenire le batteriemie correlate a polmoniti associate a ventilazione, gli eventi associati alla ventilazione e le polmoniti ospedaliere non associate a ventilazione.

Pratiche essenziali 

  • È stata aggiunta una raccomandazione sull’ossigeno nasale ad alti flussi oppure la ventilazione non invasiva a pressione positiva come opzioni per evitare l’intubazione, minimizzare la durata dell’intubazione o prevenire la re-intubazione. 
  • È stata aggiunta una raccomandazione sui trial di respiro spontaneo oppure i protocolli di sedazione come strategie efficaci per minimizzare la sedazione negli adulti. 
  • Il drenaggio delle secrezioni subglottiche dai tubi endotracheali è stato riclassificato come pratica aggiuntiva, mentre prima era una pratica di base. 
  • È stata aggiunta una raccomandazione sulla pulizia giornaliera dei denti. 
  • È stata aggiunta una raccomandazione sull’uso di terapia con caffeina per facilitare l’estubazione nei neonati pretermine. 

Pratiche aggiuntive 

  • Il drenaggio delle secrezioni subglottiche dai tubi endotracheali è stato riclassificato come pratica aggiuntiva mentre prima era una pratica di base negli adulti e nei minori nelle fasce di età più alte. 
  • È stata aggiunta una raccomandazione per considerare la tracheostomia precoce. 
  • È stata aggiunta una raccomandazione per considerare l’alimentazione postpilorica piuttosto che gastrica per prevenire l’aspirazione. 

Pratiche non raccomandate 

  • Igiene del cavo orale con clorexidina. 
  • Probiotici. 
  • Tubi endotracheali cuffiati ultrasottili di poliuretano. 
  • Tubi endotracheali cuffiati affusolati. 
  • Controllo automatico della pressione dei tubi endotracheali cuffiati. 
  • Monitoraggio frequente della pressione dei tubi endotracheali cuffiati.

Per la prevenzione delle polmoniti non associate a ventilazione, le raccomandazioni si basano su evidenze meno solide (studi non randomizzati o che non hanno considerato variabili di esito oggettive, come durata della degenza, mortalità, uso di antibiotici). Per questo motivo le raccomandazioni sono state classificate come: 1) misure che possono contribuire a ridurre il rischio di polmonite in assenza di evidenze di rischi associati; 2) misure per le quali non sono disponibili dati sufficienti a valutarne l’impatto.

Si elencano di seguito le misure citate nella prima categoria, rimandando alla pubblicazione originale per la discussione dei dati a sostegno di queste e per quanto concerne la lista delle misure non supportate da dati sufficienti:

  • igiene del cavo orale regolare;
  • diagnosi precoce e gestione appropriata della disfagia;
  • mobilizzazione precoce;
  • interventi multimodali per prevenire le infezioni virali;
  • implementazione di bundles (ad es. igiene del cavo orale, diagnosi e trattamento della disfagia, igiene nasale, restrizioni della sedazione, ecc.).

 

da:

Chi cerca trova. Strategie per il controllo delle infezioni correlate all’assistenza: il nuovo compendio SHEA/IDSA/APIC

Moro Maria Luisa

Presidente SIMPIOS