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Sicurezza sul lavoro: le conseguenze dell' orario di lavoro, le soluzioni

Vincenzo Rauccidi
Vincenzo Raucci
Pubblicato il: 07/08/2023 vai ai commenti

Professione e lavoro

Quello della sicurezza sul lavoro è un problema di grande attualità.

Secondo i dati di ILO (International Labour Organization), ogni 15 secondi, nel mondo, un lavoratore muore sul lavoro a causa di un infortunio sul lavoro o di una malattia professionale e, sempre ogni 15 secondi, 153 lavoratori hanno un infortunio sul lavoro.

Si stima che, ogni giorno, 6.300 persone muoiono a causa di incidenti sul lavoro o malattie professionali, causando più di 2,3 milioni di morti all’anno. Gli incidenti che si verificano annualmente sul posto di lavoro sono 317 milioni, molti dei quali portano ad assenze prolungate dal lavoro per malattia. Il costo umano di queste tragedie quotidiane è enorme e l’onere economico causato dalle scarse pratiche di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro è stimato essere ogni anno nel 4% del prodotto interno lordo mondiale.

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Un infortunio sul lavoro è un evento dovuto ad una causa violenta ed esterna, che produce lesioni traumatiche ad un individuo durante lo svolgimento della sua attività lavorativa. E’ importante ricordare che per infortunio sul lavoro si intende anche il cosiddetto “infortunio in itinere". Questo comprende gli infortuni occorsi al lavoratore:

  • nel tragitto per recarsi o tornare dal luogo di lavoro a casa
  • durante gli spostamenti da una sede di lavoro ad un’altra
  • nei tragitti per usufruire del pasto (nel caso in cui non sia presente una mensa aziendale)

L’infortunio è considerato tale, e quindi suscettibile ad indennizzo, se comporta la morte o inabilità per il lavoratore, permanente o temporanea, e se per esso siano necessari più di tre giorni di astensione dal lavoro.

Sono coperti anche tutti gli infortuni sul lavoro che sono direttamente causati dal lavoratore stesso per negligenza, imprudenza o imperizia.

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Lo scopo di questa serie di articoli è quello di porre all’attenzione delle nostre numerose lettrici e altrettanto numerosi lettori la questione della sicurezza sul lavoro che, tra i tanti temi che ci affliggono e che sono legati al nostro quotidiano lavorativo, è sicuramente uno dei più importanti.

Ovviamente ci occuperemo di sicurezza negli ambienti sanitari, che è il tema che più ci riguarda.

Settimanalmente pubblicheremo 8 articoli, rispettando il seguente indice:

  1. Rischio biologico
  2. Rischio muscoloscheletrico parte 1: sollevamento pesi
  3. Rischio muscoloscheletrico parte 2: scivolamento e cadute
  4. Stress ed “esaurimento nervoso”
  5. Violenza e “mobbing”
  6. Orario di lavoro
  7. Abuso di sostanze
  8. Rischio chimico

6. Orario di lavoro

All’interno delle strutture sanitarie, laddove è necessario garantire un’assistenza h24, accade sovente che l’organizzazione del lavoro contrasti con i naturali ritmi circadiani. Non solo l’organizzazione ma anche la durata e la distribuzione dell’orario di lavoro concorrono a determinare il rischio correlato.

È abbastanza evidente che la fatica aumenta con il protrarsi dell’orario di lavoro, via via che la concentrazione viene meno e questo vale anche per l’orario settimanale e mensile.

In questi periodi un sovraccarico di lavoro può comportare un accumulo di stanchezza e influenzare negativamente le opportunità di rigenerarsi e le possibilità di conciliare lavoro e famiglia, soprattutto dove l’attività lavorativa si svolge anche in orari atipici, com’è il caso di ospedali, RSA e comunità riabilitative.

Ma oltre a questo tipico aspetto, va considerata, non da meno, anche l’organizzazione dell’orario di lavoro e dell’attività lavorativa in generale; ad esempio, Il rischio per la salute e il rischio di commettere errori sul lavoro aumenta ulteriormente quando un turno di lavoro è particolarmente lungo.

Tipico esempio è la classica reperibilità che, di frequente, viene a sommarsi al normale orario di lavoro, generando un periodo lavorativo particolarmente lungo.

I disturbi che insorgono tipicamente in presenza di orari di lavoro eccessivamente lunghi sono i disturbi cardiovascolari. Non è infrequente che altri rischi per la salute siano correlati a un orario di lavoro lungo. In particolare, accade spesso che un orario di lavoro eccessivamente lungo sia associato al lavoro a turni, alla presenza di fattori di stress sul lavoro e a uno stile di vita poco adeguato. Da un’indagine condotta dal Ministero giapponese del Lavoro è emerso che il 65% dei lavoratori con orari di lavoro lunghi riferisce spossatezza fisica, mentre il 57% lamenta stati d’ansia e stress e il 48% stanchezza mentale.

Da non sottovalutare che, alla luce di vari studi condotti nel settore in Europa è stato possibile confermare che il rischio di infortunio aumenta notevolmente dopo nove ore di lavoro.

Alcuni studi hanno mostrato una correlazione tra lavoro a turni e accresciuto rischio di sviluppare un tumore (leggi qua).

Le principali conseguenze del lavoro notturno e a turni sono:

  • stanchezza, problemi di insonnia frequenti e spossatezza cronica;
  • disturbi di salute, a livello sia psicovegetativo che gastrointestinale;
  • rischio di infortuni;
  • isolamento sociale (desincronizzazione);
  • incapacità di svolgere un lavoro accurato e/o di qualità (attività svolta a lungo in orario notturno).

Come prevenire tutto ciò? È possibile agire a vari livelli:

  • programmare il minor numero possibile di turni notturni;
  • non più di 2-4 turni notturni consecutivi;
  • rotazione in senso orario: mattino-pomeriggio-notte;
  • evitare di accumulare ore di lavoro;
  • possibilmente, due giorni consecutivi di riposo nei fine settimana;
  • il turno del mattino non dovrebbe iniziare troppo presto;
  • il turno della notte non dovrebbe terminare troppo tardi;
  • prevedibilità del calendario dei turni;
  • distribuire equamente, nei 3 turni, i carichi di lavoro;
  • prevedere anche di notte un pasto (possibilmente sano e leggero);
  • valutare periodicamente, anche attraverso esami diagnostici, lo stato di salute dei lavoratori;
  • coinvolgere i lavoratori nella programmazione dei turni (andare incontro alle specifiche necessità);
  • prevedere turni “jolly” per le assenze improvvise, in modo da non variare la turnistica dei lavoratori;

Il lavoro a turni è assolutamente necessario e costituisce una condizione fondamentale per il corretto funzionamento del sistema sanitario. Tuttavia, il lavoro a turni - in particolare, il lavoro notturno - ha conseguenze serie sulla vita sociale, soprattutto a livello di vita familiare e salute. Per evitare o perlomeno attenuare gli effetti nocivi del lavoro a turni sono state sviluppate numerose contromisure. I calendari di servizio dovrebbero a tal fine riconoscere, da un lato, le misure tecniche e organizzative disponibili e, dall’altro lato, gli interventi medici e le strategie per un rapido adeguamento nonché il comportamento personale.

Rivolgetevi al vostro delegato sindacale ogni qualvolta abbiate il ragionevole dubbio che, all’interno del vostro Servizio, non vengono rispettate le norme sull’orario di lavoro.