Tra Vulnerabilità e Potenzialità : Il Cervello Adolescente (parte 2)
«Si raffiguri l'anima come la potenza d'insieme di una pariglia alata e di un auriga. Ora tutti i corsieri degli dei e i loro aurighi sono buoni e di buona razza, ma quelli degli altri esseri sono un po' sì e un po' no. Innanzitutto, per noi uomini, l'auriga conduce la pariglia; poi dei due corsieri uno è nobile e buono, e di buona razza, mentre l'altro è tutto il contrario ed è di razza opposta. Di qui consegue che, nel nostro caso, il compito di tal guida è davvero difficile e penoso.»
(Platone, Fedro, 246 a-b)
Nel primo articolo (parte 1) della serie dedicata al viaggio all’interno del cervello dell’adolescente, abbiamo iniziato a muovere i primi passi nella complessa e straordinaria fase di transizione dall'infanzia all'età adulta caratterizzata da numerosi cambiamenti in diversi ambiti.
In questo secondo articolo entreremo meglio nel dettaglio delle trasformazioni neurologiche che accompagnano questo delicato passaggio, al fine di rendere più comprensibili i comportamenti adolescenziali e acquisire alcune nozioni per meglio supportare i nostri giovani.
Durante il processo di crescita, le diverse regioni del cervello umano seguono ritmi di sviluppo variabili. La corteccia prefrontale, in particolare la sua porzione dorsolaterale, raggiunge lo spessore definitivo più tardi, intorno ai 30 anni. Quest'area è cruciale per le funzioni esecutive, come il ragionamento critico, il controllo degli impulsi e la pianificazione.
Il lobo frontale, essendo la parte più anteriore del cervello, è significativamente più grande nell'uomo rispetto ad altre specie. Gestisce funzioni cognitive complesse, come il pensiero critico e l'empatia. Tuttavia, queste capacità possono essere ancora in via di sviluppo durante l'adolescenza, portando ad una relativa mancanza di competenze nel prendere decisioni basate sulle emozioni altrui e nell'adottare punti di vista differenti.
Le competenze sociali, incluso l'empatia e la capacità di considerare prospettive diverse, si affinano durante l'adolescenza, grazie all'attività dei circuiti specifici della corteccia prefrontale.
Nel sistema limbico, invece, si osserva un'attività aumentata durante l'adolescenza, contribuendo a comportamenti impulsivi e variazioni emotive significativi, come ad esempio gli scoppi d’ira, da cui sono pervasi gli adolescenti.
La filosofia platonica descriveva già l'interazione complessa tra emozione e ragione, paragonando l'anima ad un carro trainato da due cavalli. Durante l'adolescenza, il cervello non è ancora completamente sviluppato, e la comunicazione tra le varie regioni cerebrali non è ottimale, influenzando la capacità di prendere decisioni bilanciate tra emozione e ragione.
Gli adulti possono svolgere un ruolo importante nel supportare gli adolescenti durante questo processo, offrendo riscontri onesti ma rispettosi, esaminando insieme le azioni e considerando alternative di risoluzione dei problemi. Tutto ciò può contribuire allo sviluppo delle abilità frontali.
L'adulto può essere una guida per l'adolescente supportandolo fino a quando non sarà in grado di navigare da solo.
Tuttavia, durante questa fase potrebbero non essere sufficienti questi processi e potrebbero venire alla luce vulnerabilità latenti e con riduzione della flessibilità mentale e la resilienza dell'individuo di fronte allo stress e alle difficoltà.
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