Iscriviti alla newsletter

Resistenza agli antibiotici, in Italia tassi restano elevati ma con qualche segno di miglioramento

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 20/11/2024

Professione e lavoroStudi e analisi

 

In Italia, la resistenza agli antibiotici rimane una preoccupazione, ma si iniziano a osservare segnali positivi grazie alla crescente attenzione a questo fenomeno. Le infezioni correlate all’assistenza nelle Rsa sono in diminuzione, come evidenziato da recenti sorveglianze. Questi dati sono stati presentati durante il convegno “La resistenza agli antimicrobici: nuovi dati ed evidenze dalla sorveglianza alla ricerca”.

Il presidente dell’ISS, Rocco Bellantone, ha sottolineato che la resistenza agli antibiotici causa oltre 10mila morti annuali in Italia, ma si evidenzia una crescente attenzione a livello globale, con piani d'azione nazionali multisettoriali basati su un approccio One Health, come discusso durante la recente Riunione dei Ministri della Salute del G7 ad Ancona.

Nel 2023, le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici sono rimaste elevate, ma si registra una diminuzione per alcuni patogeni, come Staphylococcus aureus (MRSA) che ha visto una riduzione al 26,6% rispetto al 30% nel biennio precedente. Per Acinetobacter spp. la resistenza è diminuita, ma rimane alta, mentre per Enterococcus faecium resistente alla vancomicina il trend è in aumento.

Le terapie intensive continuano a registrare elevati tassi di resistenza, in particolare per K. pneumoniae, P. aeruginosa e Acinetobacter spp. resistenti ai carbapenemi (rispettivamente 37,6%, 24,6% e 86,4% nel 2023). Inoltre, le batteriemie da enterobatteri resistenti ai carbapenemi (CRE) continuano ad aumentare, con un'incidenza in crescita in 18 Regioni/Province Autonome su 21.

L'ISS è impegnato nella formazione degli operatori sanitari con programmi nazionali sulla prevenzione e controllo delle infezioni, inclusi i corsi obbligatori previsti dal PNRR sulle Infezioni Correlate all’assistenza (ICA). A oggi, sono stati formati 120.000 operatori, più di un terzo dell’obiettivo target.

Per quanto riguarda le Rsa, la sorveglianza coordinata dall'ISS ha mostrato un calo significativo nelle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), con una prevalenza scesa dal 3,2% nel 2016-17 al 2,65%nel 2024. Le principali infezioni osservate sono quelle urinarie (34%) e respiratorie (33%), con patogeni come E. coli e Klebsiella pneumoniae resistenti a cefalosporine e carbapenemi. Inoltre, l'uso di antibiotici nelle Rsa è diminuito dal 4,2% nel 2016-17 al 2,9% nel 2024.

Un altro dato positivo riguarda il consumo di soluzione idroalcolica negli ospedali, che si è dimezzato negli ultimi tre anni, scendendo a 11,7 litri per 1000 giornate di degenza nel 2023, rispetto ai 24,5 litri nel 2020.

Il convegno ha anche discusso le strategie per affrontare la resistenza agli antibiotici, con un focus sul futuro della prevenzione, della diagnostica e della terapia, sottolineando la necessità di uno sforzo collettivo per preservare l’efficacia degli antibiotici.