NurSind Ascoli Piceno. Punteggi errati nelle graduatorie PEO: Consiglio di Stato boccia AST
Con una decisione che segna un punto cruciale nella battaglia per la trasparenza della pubblica amministrazione, il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del TAR Marche n. 501/2024, condannando l’Azienda Sanitaria Territoriale (AST) di Ascoli Piceno. La vicenda coinvolge circa 80 dipendenti, rappresentati dal sindacato Nursind, che avevano richiesto accesso alla propria scheda individuale per verificare i punteggi attribuiti nell’ambito della Progressione Economica Orizzontale (PEO), riservata a un numero limitato di lavoratori.
Un diritto negato, una trasparenza mancata
Secondo quanto riportato dal Nursind, la richiesta dei dipendenti era pienamente legittima, avvenuta in conformità con la Legge 241/1990 e le normative sulla trasparenza nella pubblica amministrazione. Tuttavia, l’AST di Ascoli Piceno ha inizialmente risposto con informazioni generiche, rifiutando di fornire i dati richiesti in modo utile e comprensibile. Questo atteggiamento ha costretto i dipendenti a rivolgersi al TAR, che ha dato loro ragione. Invece di ottemperare, l’AST ha scelto di ricorrere in appello al Consiglio di Stato, una decisione che si è rivelata non solo inefficace, ma anche onerosa per i contribuenti.
“La sentenza del Consiglio di Stato è una condanna chiara e netta all’operato dell’AST,” ha dichiarato Maurizio Pelosi, segretario territoriale del Nursind Ascoli Piceno. “Questa vicenda rappresenta uno spartiacque: la trasparenza della pubblica amministrazione deve essere reale e non solo una bandiera di facciata.”
Domande aperte sulla gestione interna
La vicenda solleva interrogativi significativi sui criteri utilizzati per attribuire i punteggi ai dipendenti. Se il metodo adottato è stato “sciatto e approssimativo, ad essere benevoli,” come sottolineato da Pelosi, è lecito chiedersi su quali basi siano state prese le decisioni. “Chi ha dato disposizione di agire con questa metodologia? È possibile che alcuni dipendenti siano stati favoriti a scapito di altri?” ha aggiunto il segretario.
Il sindacato ha sottolineato che, pur riguardando direttamente 80 dipendenti, la questione coinvolge in realtà tutti i 1.800 lavoratori dell’AST di Ascoli Piceno. “Perché solo il Nursind ha chiesto trasparenza su questo delicatissimo tema? È un segnale che qualcosa non va,” ha osservato Pelosi.
Un costo evitabile per la collettività
Il ricorso al Consiglio di Stato ha comportato un costo significativo per i contribuenti. Tra spese legali e condanne, l’AST ha speso oltre 12.000 euro, secondo quanto riportato nella determina ASTAP n. 134/2024. “Non sarebbe stato più opportuno ottemperare subito a quanto stabilito dal TAR, evitando questo spreco di risorse pubbliche?” si chiede Pelosi, evidenziando l’inutilità di una battaglia legale persa in partenza.
Il ruolo del Nursind: un baluardo di trasparenza
In conclusione, il Nursind ribadisce il proprio ruolo centrale nella tutela dei diritti dei lavoratori. “Non ci faremo intimidire da nessun tentativo di pressione o minaccia,” ha affermato Pelosi, sottolineando che il sindacato continuerà a combattere per garantire la trasparenza e la legalità all’interno della pubblica amministrazione.
La sentenza del Consiglio di Stato non è solo una vittoria per i dipendenti rappresentati dal Nursind, ma un monito per l’intero sistema: le regole di trasparenza e correttezza non possono essere ignorate, e ogni tentativo di ostacolarle sarà stigmatizzato.