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Indennità Bloccata per il Pronto Soccorso: ecco il risultato del non aver firmato il CCNL 2022-24

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 08/02/2025

LazioNurSind dal territorio

ROMA – La mancata firma del CCNL 2022-2024 ha portato a una conseguenza diretta per il personale del pronto soccorso: il blocco dell’indennità. Il problema emerge da una comunicazione ufficiale della Regione Lazio, indirizzata ai Direttori Generali e ai Commissari delle Aziende Sanitarie, ai Dirigenti delle Risorse Umane e ai Responsabili di Bilancio. Nel documento si invita a sospendere, in via cautelativa, l’erogazione dei compensi destinati al personale sanitario.

A denunciare con forza la situazione è Stefano Barone, segretario territoriale NurSind Roma e membro del Direttivo Nazionale, che afferma:
"Questo è il risultato che si è ottenuto a non firmare il CCNL 2022-2024. Bloccata l’indennità di pronto soccorso! Con questo blocco, il personale del pronto soccorso non potrà avere le risorse stanziate per l’indennità, risorse che erano vincolate alla sottoscrizione del contratto nazionale, il quale avrebbe previsto i criteri di ripartizione."

Nel documento della Regione Lazio, firmato dal Dirigente Floriana Rosati e dal Direttore Andrea Urbani, si sottolinea che, a seguito degli accordi del 7 marzo e del 16 dicembre 2024, la ripartizione delle risorse ex art. 1 comma 293 della Legge 234/2021 deve essere subordinata alla sottoscrizione del CCNL 2022-2024. Di conseguenza, i pagamenti previsti per il personale del comparto sanitario vengono messi in stand-by fino a nuova indicazione.

Barone non nasconde la sua indignazione per questa decisione, che colpisce direttamente i lavoratori del settore:
"Con certe decisioni non si fanno gli interessi dei lavoratori!"

La questione della mancata firma del contratto collettivo rappresenta quindi un ostacolo concreto per il riconoscimento economico del personale sanitario, in particolare per coloro che operano nei pronto soccorso, già sotto pressione a causa delle criticità strutturali del sistema sanitario regionale.

La sospensione dell’erogazione delle indennità rischia di alimentare un malcontento crescente tra gli operatori sanitari, che da tempo chiedono maggiore tutela e riconoscimento per il lavoro svolto in condizioni spesso proibitive.

Resta ora da vedere quali saranno le prossime mosse della Regione Lazio e se si riuscirà a trovare una soluzione che garantisca il riconoscimento economico ai lavoratori senza ulteriori ritardi.