Nursind sollecita la Regione: servono misure per il benessere lavorativo degli infermieri
Rodigliano: “Già pronte proposte su attrattività e autonomia professionale”
BOLOGNA, 24 MARZO 2025 - “Anche nel corso dell’ultimo congresso della Fnopi, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, che si è tenuto a Rimini nei giorni scorsi, è emerso come la vera emergenza della sanità in questo momento sia rappresentata dalla carenza di infermieri e dalla centralità di questi professionisti per il funzionamento del sistema sanitario. Un’emergenza che ha trovato posto anche nelle parole dell’assessore regionale alla sanità Massimo Fabi. Noi del Nursind lo diciamo da tempo e oggi siamo a ribadirlo: il benessere organizzativo e lavorativo nelle nostre aziende è fondamentale. Per questo sollecitiamo ancora una volta la Regione ad aprire un tavolo proprio su questo tema, come tra l’altro la stessa Regione si è assunta l’impegno di fare dopo diversi incontri coi rappresentanti del Nursind”.
Parola di Antonella Rodigliano, segretaria del sindacato degli infermieri dell’Emilia-Romagna, la quale aggiunge: “Si tratta di un argomento di interesse comune, per questo, in attesa di una convocazione, invitiamo a sedersi al tavolo anche l’Ordine e i direttori assistenziali delle varie aziende, perché unendo le sinergie possiamo certamente trovare soluzioni concrete”.
Proposte per attrattività e autonomia professionale
“L’attrattività della professione passa anche da prospettive, gratificazioni e maggiore autonomia - continua Rodigliano -. Una delle nostre proposte, ad esempio, riguarda proprio maggiori investimenti per la formazione continua e per le specializzazioni. Un infermiere con maggiore preparazione teorica e pratica potrà affrontare in autonomia compiti più complessi, come la gestione di pazienti con patologie croniche o il coordinamento di attività sanitarie”.
La segretaria regionale del Nursind poi sottolinea: “Allo stesso tempo è importante riconoscere anche le competenze maturate sul campo dai professionisti in tanti anni di lavoro. I riconoscimenti devono quindi essere garantiti anche a chi già è in prima linea da tempo. È inoltre necessario espandere le competenze cliniche dell’infermiere, permettendogli di prendere decisioni autonome nelle aree di propria competenza, con un ruolo più centrale nell'assistenza.”
Un supporto politico per il futuro della professione
“Di sicuro alla base ci dev’essere un supporto politico all’autonomia professionale degli infermieri, con leggi e normative che riconoscano un maggior ruolo dell'infermiere nella diagnosi, nella prescrizione di terapie e nella gestione del paziente - conclude Rodigliano -. Pensiamo quindi che l’attrattività della professione passi attraverso processi e decisioni importanti come queste. Perché se non risolviamo problematiche come benessere lavorativo, compensi e autonomia, la nostra è una professione che rischia di morire”.