Sanità in crisi al San Luca: NurSind lancia l’allarme e minaccia battaglia
VALLO DELLA LUCANIA – Al presidio ospedaliero San Luca di Vallo della Lucania, la situazione è al limite del collasso. La denuncia arriva dal NurSind Salerno, il sindacato delle professioni infermieristiche, che parla di un sistema al tracollo tra turni massacranti, reparti ridimensionati e straordinari non pagati.
"Il personale è allo stremo", dichiara Biagio Tomasco, segretario territoriale del NurSind. "Mancano infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici. Molti reparti sono stati chiusi o accorpati e i pochi rimasti attivi operano con meno posti letto di quelli previsti". Chi resta in servizio è costretto a sobbarcarsi turni pesanti, spesso senza nemmeno il riconoscimento delle ore extra lavorate.
Il conto che non torna
Secondo i dati forniti dal sindacato, per riportare l’ospedale a livelli minimi di efficienza servirebbero almeno 80 infermieri e 100 OSS in più. Ma il quadro si complica ulteriormente con i reparti mai attivati, che restano sulla carta senza che venga spiegato il perché.
"Non si può più far finta di niente", attacca Adriano Cirillo, segretario amministrativo di NurSind Salerno. "Gli infermieri vengono chiamati ogni giorno a coprire turni extra, salvo poi scoprire che non verranno pagati. Intanto, ai medici vengono riconosciuti compensi elevati per le prestazioni aggiuntive, senza un reale controllo sulle ore effettivamente lavorate".
L’appello e l’avvertimento
Il NurSind alza il tono e chiede risposte immediate: più personale, pagamento degli straordinari arretrati e maggiore equità nel trattamento tra le varie figure sanitarie. "Siamo pronti a tutelare i nostri iscritti in ogni sede", avvertono Tomasco e Cirillo, "e invitiamo i colleghi a non accettare più questa gestione inaccettabile del lavoro".
Un appello che suona anche come ultimatum: senza risposte concrete, il sindacato è pronto a mobilitarsi pubblicamente. L’obiettivo è duplice: tutelare la dignità del personale sanitario e garantire un’assistenza adeguata ai cittadini, sempre più vittime silenziose di una crisi che non accenna a rientrare.