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Policlinico di Messina, il NurSind: Condizioni critiche, fuga di infermieri dai reparti

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 05/05/2025

NurSind dal territorioSicilia

Il sindacato lancia un’indagine anonima sul benessere e denuncia una gestione aziendale fallimentare

Messina – Il NurSind accende i riflettori sulle condizioni di lavoro al Policlinico di Messina, denunciando una situazione ben diversa da quella comunicata dal management aziendale. “Altro che Eldorado: nei reparti regna il caos organizzativo, il personale fugge e chi resta è allo stremo”, affermano il segretario provinciale Ivan Alonge e il segretario aziendale Massimo Latella.

Il sindacato delle professioni infermieristiche ha annunciato l’invio di un questionario anonimo a tutti gli iscritti per monitorare il reale livello di benessere e raccogliere segnalazioni su episodi di stress e vessazioni, che molti operatori sanitari, secondo il NurSind, non denuncerebbero per paura di ritorsioni o per un clima di omertà diffuso.

La denuncia si estende a numerose unità operative strategiche: Rianimazione, Pronto Soccorso generale e pediatrico, Neurochirurgia, Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica, ma anche Medicina, Ostetricia, Epatologia, Malattie Infettive, Stroke, Pneumologia, Ematologia e Oncologia medica. A fronte di una carenza stimata in almeno 60 infermieri e altrettanti operatori sociosanitari – dovuta a pensionamenti, aspettative, decessi e mobilità non compensata – l’Azienda continua ad aprire nuovi reparti senza rimpiazzare le unità perse altrove, aumentando la pressione sulle squadre in servizio.

“Il personale viene spostato nei nuovi reparti come la Riabilitazione Cardiologica – spiegano Alonge e Latella – ma il vuoto lasciato negli altri settori non viene coperto, generando nuove criticità a catena.”

Il sindacato segnala anche l’uso improprio e sistematico degli ordini di servizio e del lavoro straordinario, che ormai hanno sostituito una pianificazione seria delle risorse umane. In particolare, desta preoccupazione l’utilizzo di “ordini di servizio su chiamata”, una prassi non prevista dal contratto che costringerebbe il personale a coprire contemporaneamente più reparti o addirittura interi dipartimenti.

A peggiorare ulteriormente il clima lavorativo contribuiscono altri elementi strutturali: l’assenza dei buoni pasto per il turno pomeridiano, la mancata attivazione della banca delle ore e un contratto integrativo aziendale fermo da 17 anni. A questo si aggiunge l’ex progressione economica orizzontale (PEO), che non viene riconosciuta da sette anni, e l’annoso problema dei parcheggi, una fonte quotidiana di stress già prima di iniziare il turno.

Tutto ciò, secondo il NurSind, potrebbe sfociare in nuove mobilitazioni del personale se l’Azienda non cambierà rotta. “È tempo di verità e di rispetto per chi ogni giorno tiene in piedi i reparti”, conclude il sindacato.