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Piemonte, sanità pubblica al collasso: assunzioni ferme, personale in fuga. Nursind lancia l’allarme

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 05/05/2025

NurSind dal territorioPiemonte

 

Solo 279 assunzioni su 674 promesse. Otto aziende sanitarie non garantiscono nemmeno il turn over. "Sistema allo sfascio, Regione assente", accusa Nursind.

Nel silenzio delle istituzioni, mentre si inaugurano nuovi reparti e si moltiplicano gli annunci, la sanità pubblica piemontese continua a perdere pezzi. A denunciarlo è il sindacato Nursind, che pubblica il bilancio aggiornato del piano straordinario di assunzioni sottoscritto con la Regione il 30 giugno 2023. I numeri parlano chiaro: a fronte di 674 infermieri da inserire oltre il turn over, al 31 dicembre 2024 ne risultano assunti appena 279. Poco più di un terzo. E il grosso è concentrato in sole tre aziende: Città della Salute di Torino, ASL TO3 e Mauriziano.

Le altre? Quasi ferme. Otto aziende sanitarie su diciotto non hanno assunto né sostituito il personale in uscita. Un doppio fallimento che indebolisce ancora di più un sistema già allo stremo.

I dati peggiori arrivano da Alessandria (–73 unità) e da Cuneo 1 (–53). Ma il saldo negativo si estende di trimestre in trimestre, in un’emorragia che nessuno sembra voler fermare. “Ogni giorno perdiamo colleghi e nessuno li rimpiazza. È un tracollo silenzioso, mentre la Regione resta immobile”, denuncia Francesco Coppolella, segretario regionale Nursind.

Nessuna regia, nessuna strategia

Oltre ai numeri, c’è un problema politico e organizzativo: secondo Nursind manca una regia regionale. Le aziende si muovono in ordine sparso. Alcune assumono, altre rimangono immobili. Nessuna visione comune, nessuna strategia condivisa. Risultato? Solo tre aziende superano gli obiettivi di assunzione. Le altre arrancano.

Nel dettaglio, ASL TO5 e San Luigi risultano ben al di sotto delle soglie previste. ASL TO4 e Asti si limitano al minimo sindacale, restando “dentro la dotazione organica ma non extra tetto”, come sottolinea il sindacato. Intanto i reparti si svuotano.

Concorsi pubblici inutili e dimissioni in aumento

Nursind segnala anche le gravi inefficienze nei concorsi: si bandiscono procedure a cui partecipano migliaia di candidati, ma le graduatorie non vengono utilizzate a pieno. Le assunzioni procedono lentamente e molti giovani, dopo pochi mesi, si dimettono. Le cause? Condizioni di lavoro pesanti, carichi insostenibili, stipendi bassi, zero incentivi.

“Crescono le dimissioni precoci. Nessuno si chiede perché. È così che la sanità pubblica muore”, si legge nella nota.

Una sanità senza modello

La denuncia va oltre la carenza di personale. Per Nursind, il vero nodo è l’assenza di un modello organizzativo: ogni azienda adotta criteri propri, spesso incoerenti. Nessun intervento sul miglior uso delle risorse, nessuna riforma dei modelli assistenziali. Solo un vuoto decisionale che sta trascinando la sanità pubblica verso un punto di non ritorno.