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Influenza, conosciamola meglio.

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 12/01/2016 vai ai commenti

Contenuti Interprofessionali

Catanzaro, Beatrice Tallarico, giovane operatrice socio sanitaria, muore, presso l'ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, a seguito di una forte febbre.

Dopo aver passato la vigilia dell'Epifania, serenamente, in compagnia degli amici, la mattina seguente al risveglio, accusa un importante rialzo termico della temperatura corporea accompagnato da vomito.

Il 118 sollecitato dai familiari, interviene velocemente e, dopo averla visitata, sembra che i sanitari , le abbiano prescritto delle aspirine ed un farmaco per curare quella che sembrava essere una gastroenterite. Nelle ore seguenti, accusa vari episodi lipotimici, viene nuovamente sollecitato il 118, che stavolta trasporterà la giovane ragazza presso l'Ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, dove morirà un'ora dopo l'arrivo al nosocomio.

E' stato aperto un fascicolo per indagare sul decesso della giovane, in prima istanza si era ipotizzato potesse trattarsi di meningite fulminante, infatti è stata somministrata la profilassi antibiotica a tutte le persone che erano state a stretto contatto con la giovane; oggi ad autopsia conclusa l'ipotesi meningite è stata esclusa.

Cosa ha ucciso Beatrice? Malasanità, o cos'altro?

I primi sintomi della meningite sono indipendenti dal germe che causa la malattia, e spesso possono essere confusi con i sintomi tipici di una normale influenza.

A 15/20 ore dal contagio, i sintomi della meningite si manifestano in modo più specifico:

Febbre, sonnolenza, forte emicrania, rigidità nucale, eruzione cutanee a chiazze, fotofobia, convulsioni, nausea e vomito.

Dunque nell'esordio, è facile che, influenza e meningite vengano confuse l'una con l'altra, specie nel caso di meningite virale, che ha un decorso meno violento della batterica, guarisce in una settimana e non lascia conseguenze.

La meningite batterica, è meno frequente e più grave; in Italia se ne registrano 800 l'anno. In alcuni casi viene chiamata Fulminante, per il decorso breve, aggressivo ed infausto.

Non mi dilungo ulteriormente sulla meningite, perché sempre in questa testata abbiamo avuto modo di parlarne.meningite-si-riaccende-l-attenzione-sulla-malattia

Se quindi abbastanza già ne sappiamo sulla meningite, quanto ne sappiamo sull'influenza? Non è poi così innocua come si possa pensare, dai dati epidemiologici, diffusi dal Ministero della Salute, risulta essere ancora oggi, la terza causa di morte in Italia, per patologia infettiva, preceduta solo dall'Aids e dalla tubercolosi.

L'influenza è una malattia respiratoria acuta, dovuta all 'infezione di virus influenzali.

 

Il primo isolamento del virus influenzale nell'uomo, risale al 1933 in Inghilterra(in precedenza era stato isolato nei polli e nei suini).

Da allora ne sono stati identificati tre tipi differenti, costituenti il genere Orthomixovirus, il virus di tipo A ed il virus di tipo B , responsabili della sintomatologia classica, ed il tipo C, generalmente asintomatico.

L'Influenza è un importante problema di sanità pubblica, a causa della ubiquità, contagiosità e variabilità antigenica del virus influenzale, dalla esistenza di serbatoi animali e delle possibili gravi complicanze.

La contagiosità è data dalla trasmissione , attraverso goccioline di muco e saliva. I sintomi che la caratterizzano sono variabili, vanno da, un semplice raffreddore al mal di testa, dall'infiammazione della gola alla bronchite, ai dolori osteo – articolari. Nei bambini si osservano più frequentemente vomito e diarrea, negli anziani debolezza e stato confusionale.

I sintomi descritti sono simili a molte altre malattie, pertanto il termine influenza, viene spesso impropriamente attribuito ad affezioni delle prime vie aeree, di natura sia batterica che virale.

Questo porta a due risultati contrastanti, da una parte si tende a minimizzare il ruolo dell'influenza, come causa di morbosità e mortalità, dall'altra il trattamento e l'ospedalizzazione di soggetti con malattie simili all'influenza portano ad aumento dei costi assistenziali ed a ricoveri impropri.

La variabilità antigenica a cui va incontro il virus influenzale, determina stipiti nuovi dal punto di vista antigenico.

I mutamenti genetici a cui vanno incontro i virus possono essere:

di minore entità(drift antigenico), tali cambiamenti sono frequentissimi e portano costantemente alla comparsa di ceppi responsabili delle epidemie influenzali che si susseguono di anno in anno;

di maggiore entità (shift antigenico), questi si verificano per i virus di tipo A, e sono responsabili della comparsa di nuovi sottotipi di virus influenzali con caratteristiche antigeniche molto diverse rispetto ai virus precedenti.

I virus mutati sono dotati di potenziale Pandemico, cioè sono in grado di provocare epidemie estese, in breve tempo, a tutta la popolazione del globo. Le caratteristiche del tutto nuove rispetto ai virus circolanti, fa si che la popolazione non abbia nessuna protezione immunitaria, sia naturale che indotta dal vaccino, per fronteggiarli.

Non è possibile prevedere né il momento, né il preciso impatto di una futura pandemia. Non è possibile ancora prevedere la severità della malattia, la rapidità di diffusione, e quali potrebbero essere i soggetti suscettibili, sono tutte variabili ignote, legate al ceppo pandemico.

Nel periodo interpandemico, invece, è possibile intervenire sulle variabili note, tra cui l'assetto immunitario della popolazione, che diventa funzionale all'organizzazione della risposta ad una possibile pandemia.

In linea con l'Oms, l'Italia ha preparato il Piano nazionale di preparazione ad una pandemia infuenzale.

Vaccinarsi, è il modo migliore di poter prevenire e combattere l'influenza, sia perché aumenta notevolmente la probabilità di non contrarre la malattia, sia perché in caso di sviluppo dei sintomi influenzali, questi sono meno gravi e non seguiti da ulteriori complicanze.

Il Ministero della Salute, raccomanda la vaccinazione:

 

- persone di età pari o superiore a 65 anni

- bambini e adulti affetti da: malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa la malattia asmatica), circolatorio, renale, ovvero altre severe malattie che aumentino il rischio di complicazioni; malattie degli organi che producono il sangue; diabete ed altre malattie di alterazione del metabolismo; sindromi da malassorbimento intestinale; fibrosi cistica: malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, inclusa l'infezione da HIV; malattie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici;

- bambini reumatici soggetti a ripetuti episodi di malattia che richiede prolungata somministrazione di acido acetilsalicilico e a rischio di sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.

Il vaccino è opportuno, ai fini di interrompere la catena di trasmissione, per alcune categorie di persone:

- personale sanitario di assistenza

- familiari di soggetti ad alto rischio

- addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo: insegnanti delle scuole dell'infanzia e dell'obbligo, addetti alle poste, dipendenti della pubblica amministrazione e della difesa, forze di polizia, volontari dei servizi sanitari di emergenza, personale di assistenza nelle case di riposo.

Infine, dovrebbero vaccinarsi coloro che appartengono a una particolare categoria lavorativa, ovvero il personale che per motivi di lavoro è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali: detentori di allevamenti, addetti all'attività di allevamento, addetti al trasporto di animali vivi, veterinari.

Quest'anno il clima mite, e l'inverno che tarda ad arrivare, ha permesso fin'ora di contenere l'epidemia influenzale. Il picco è atteso per Febbraio quando scenderanno le temperature.

Giovanni Rezza, Direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, ha precisato che il virus influenzale di quest'anno è lo stesso dell'anno precedente e che no è mutato, i due virus circolanti sono l'AH1N1 e il H3N2. Inoltre ha voluto rassicurare la popolazione, in merito al virus influenzale isolato nei maiali in Cina, l'EAH1N1, la possibilità che questo muti, saltando la specie con trasmissione da uomo a uomo è solo teorica.

Una piccola curiosità invece riguarda uno studio pubblicato sull'American Journal of Phisiology – Lung Cellular and Molecolar Phisiology, condotto da Sabra Klein della Johns Hopkins University a Baltimora, che dimostra come gli ormoni femmili estrogeni abbiano un effetto antinfuenzale, ovvero riducono la capacità del virus di replicarsi nelle cellule dell'apparato respiratorio.

Gli esperti Usa hanno scoperto questa possibilità studiando cellule nasali prelevate da un campione di individui di entrambi i sessi, coltivate in provetta ed esposte al virus dell'influenza A.

Tutte le cellule sono state esposte a tre fonti di estrogeni, naturali e artificiali ma la reazione è stata diversa a seconda del sesso dell'individuo di provenienza. Si è visto che le cellule nasali femminili rispondono agli ormoni estrogeni attraverso recettori specifici e che questa azione ormonale riduce la replicazione del virus dell'influenza. In assenza di analoghi recettori, le cellule maschili non sono in grado di godere dell'effetto protettivo degli estrogeni e quindi il virus dell'influenza si replica più velocemente al loro interno.

«Intravediamo un potenziale clinico in questa scoperta - conclude Klein - perchè gli estrogeni terapeutici usati per trattare la sterilità e in menopausa potrebbero proteggere contro l'influenza».

Fonti :http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_4.jsp?area=influenza