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Contratto. A Lodi dal primo Settembre addio alla Mensa. Andrea Bottega: “ Faremo ricorso al giudice del Lavoro”

Il diritto alla mensa non è per tutti. A metterlo nero su bianco è la ASST di Lodi ed è la realizzazione di quanto previsto al comma 4 dell’art. 27 (orario di lavoro) del CCNL sottoscritto il 21 maggio 2018 da CGIL, CISL, UIL, FIALS ed FSI.

Nella nota che alleghiamo si legge: “in adempimento a quanto previsto dal nuovo CCNL il personale turnista – anche qualora la prestazione di lavoro ecceda le 6 ore – svolgerà il proprio orario di lavoro in modo continuato, senza alcuna interruzione per la fruizione della pausa e, conseguentemente, senza possibilità di accedere al servizio mensa aziendale.”

Che fosse una chiara penalizzazione del personale turnista (principalmente infermieristico), Nursind l’ha sempre detto non solo in sede di trattativa ma anche nelle motivazioni dei due giorni di sciopero di aprile.

Appare ancor più chiaro che ora tutte le aziende dovranno applicare questa parte del contratto per non incorrere in un danno erariale. Ciò significa nessuna pausa per i turnisti che svolgono più di 6 ore continuative, nessun diritto alla mensa o al buono pasto sostitutivo.

          Che fare dunque? Da parte nostra – pare ovvio che CGIL, CISL, UIL, FIALS ed FSI in quanto firmatari hanno condiviso questa volontà e sarebbe incongruente impugnarla – diamo disponibilità ai nostri iscritti di ricorre al giudice del lavoro per ripristinare quanto previsto dall’art. 8 comma 1 del Dlgs 66/2003: “Qualora l'orario di lavoro giornaliero ecceda il limite di sei ore il lavoratore deve beneficiare di un intervallo per pausa, le cui modalità e la cui durata sono stabilite dai contratti collettivi di lavoro, ai fini del recupero delle energie psico-fisiche e della eventuale consumazione del pasto anche al fine di attenuare il lavoro monotono e ripetitivo”.

         Spiace constatare ancora una volta che le criticità che abbiamo più volte sottolineato – e che i firmatari hanno più volte negato – si sono puntualmente verificate. Ribadiamo che questo contratto è un contratto in perdita per il personale infermieristico e soprattutto per i lavoratori più disagiati, i turnisti: una disponibilità economica inferiore agli altri comparti – meno del 3,48% del monte salari 2015 come promesso – e un elemento perequativo a scadenza che porta gli 85 euro promessi a 65, degli incarichi professionali sanitari inaccessibili e degli incarichi di organizzazione più precari, per non parlare dell’inesigibilità di molti istituti contrattuali proprio per chi lavora a turni.

         A quanti saranno investiti da questa penalizzazione Nursind offre la propria organizzazione per tutelare il diritto negato e tentare di ristabilire il diritto come previsto dalla legge.

 

lettera Da ASST Lodi su diritto alla mensa.pdf