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Accesso vascolare periferico nel paziente anziano: quali opzioni? L’algoritmo

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 24/07/2020

NursingProfessione e lavoro

I dati sono inequivocabili: indicano che stiamo andando verso un invecchiamento generale della popolazione. Con un'aspettativa di vita di circa 84,5  anni e una riduzione del numero di nascite, nei prossimi anni la popolazione di età superiore ai 65 anni avrà un peso specifico a livello sociale e, ovviamente, a livello di salute.

In questo contesto, vedremo di seguito quale impatto ha la crescente assistenza delle persone anziane sull'ospedale e come può essere gestito l'accesso vascolare.

 

Invecchiamento della popolazione ospedaliera

L'OMS parla di invecchiamento attivo e in buona salute, “un processo di ottimizzazione delle opportunità relative a salute, partecipazione e sicurezza, allo scopo di migliorare la qualità della vita delle persone anziane”.

La ricerca che tradizionalmente aveva come obiettivo principale di ridurre la mortalità, ora presta pari attenzione alla qualità della vita dei pazienti, specialmente nelle fasi più fragili.

Negli anni 2000, l'OCSE evidenziava già come le persone anziane rappresentassero il maggiore numero dei ricoveri ospedalieri. L'evoluzione attuale segue la stessa tendenza e, di conseguenza, i ricoveri in ospedale sono prolungati, poiché sono pazienti a rischio e multipatologici.

Un esempio pertinente è quello dei servizi di emergenza:

Circa il 20% delle persone dai 65 ai 74 anni e il 27% delle persone di età ≥75 hanno avuto almeno una visita al pronto soccorso. Gli anziani tendono ad ammalarsi. Oltre il 40% dei pazienti anziani visitati nei reparti di emergenza deve essere ricoverato in ospedale e il 6% finisce in terapia intensiva.

Attualmente più della metà degli adulti che occupano letti in ospedale ha un'età ≥ 65 anni e in futuro questa percentuale continuerà a crescere poiché si prevede che, nel 2050, gli anziani rappresenteranno il 30% della popolazione totale (triplicando il numero persone oltre 85 anni).

 

Caratteristiche del paziente anziano

Avere una persona anziana ricoverata significa, nella stragrande maggioranza dei casi, trattare la causa di ricovero in un contesto multipatologico: le malattie croniche più comuni sono il diabete, l'ipertensione, l'artrosi, l'insufficienza cardiaca che può essere associata alla fragilità dell'individuo, a una perdita delle facoltà cognitive, perdite sensoriali e riduzione delle capacità motorie.

Molte delle patologie possono richiedere trattamenti per via endovenosa nei pazienti più anziani, e non è sempre facile reperire un accesso venoso.

 

Profilo venoso del paziente anziano

I pazienti anziani presentano frequentemente alterazioni della flessibilità delle vene, dovute a circostanze cliniche come l'aterosclerosi e altre alterazioni tipiche dell'età avanzata. Inoltre, molti presentano patologie che richiedono l'uso di anticoagulanti.

In questi casi, la canalizzazione di una linea venosa periferica può essere complicata dalla fragilità delle pareti venose, che hanno perso flessibilità e si rompono più facilmente. Inoltre, il rischio di sviluppare la flebite è significativamente più elevato in questo tipo di paziente.

 

Tipi di cateteri

Le linee guida di riferimento stabiliscono l'uso del catetere corto per un massimo di 6 giorni. Tuttavia, è difficile mantenere una linea periferica corta in un paziente anziano per una settimana a causa della sua fragilità venosa e cutanea, dell'invecchiamento fisiologico generale e talvolta a causa dell’eventuale disorientamento che provoca la rimozione accidentale della cannula corta.

Ed ancora il catetere corto periferico presenta una serie di limitazioni (materiale, accesso a vene di piccolo calibro, tecnica di inserimento) che non sempre consentono la manutenzione per tutta la durata del trattamento.

Per evitare il minor danno vascolare possibile per trattamenti superiori a 3 giorni, è importante considerare la canalizzazione di un catetere mediano come la prima opzione.

 

Lunghezza

La lunghezza del dispositivo è espressa in cm.  In base alla lunghezza e la posizione della punta,  i cateteri venosi periferici (PIV) sono suddivisi in:

 

  • Periferici corti(PIV) di lunghezza fino a 7.5 cm, considerando che i dispositivi in commercio hanno una lunghezza raramente > 5 cm
  • Cannule lunghe(L-PIV): lunghezza tra 8-15 cm ed apice del dispositivo collocato in sede periferica prossimale
  • Midline: lunghezza compresa tra gli 8 ed i 20 cm ed apice del dispositivo localizzato in vena ascellare prossimale-succlavia. Per l’incannulamento di vene profonde oltre 1 cm, è mandatorio l’utilizzo di L-PIV o MidLine[XII], in quanto l’utilizzo di Cateteri corti (PIV), è gravato da un elevato tasso di dislocazione[XIII]. Le L-PIV e MidLine, inoltre, hanno una minore incidenza di flebite, se paragonate alle cannule corte.[XIV]

In qualsiasi tipo di paziente è importante rispettare il rapporto 1/3 tra il diametro del catetere e quello della vena scelta, come raccomandato nelle linee guida (INS, GAVeCeLT, Wocova). Le linee mediane più comunemente utilizzate di solito hanno un diametro di 4 e 5 Fr. Nel paziente anziano, a causa della fragilità dei vasi e specialmente quando la valutazione ecografica indica che il catetere supera i 1/3 raccomandati nel lume. vena, è importante considerare altri diametri più piccoli come 2 e 3 Fr (i cateteri da 2 Fr richiedono l'uso di una pompa).

 

 

 

 

 

Da:

-Vygon

-PROCEDURE INFERMIERISTICHE NELL’ANZIANO:

LA GESTIONE DELLE INFEZIONI CON CVC E PICC NEI VARI SETTING DI CURA

Anziano e terapia

parenterale

Dott.ssa Astarita Antonietta