NurSind denuncia l’ospedale degli orrori. Un erogatore ossigeno per 6 pazienti
“A dieci mesi dall’inizio della pandemia, infermieri e medici sono costretti a lavorare in condizioni precarie, c’era tutto il tempo di organizzare, di pianificare e non è stato fatto”, a parlare è Salvatore Vaccaro, segretario territoriale NurSind Catania e vice segretario nazionale, che in una nota inviata ai Nas, al prefetto di Catania ed ai vertici aziendali, denuncia le condizioni disastrose in cui versa l’ospedale di Paternò (Catania).
Un mini dossier che racconta di un “ospedale degli orrori”:
Nella tenda pre-triage c’è la presenza di cavi elettrici e prese volanti vicino ai condizionatori mobili con presenza di abbondante accumulo di acqua dovuta allo scarso drenaggio di acqua piovane con esposizione al rischio di folgorazione sia per i lavoratori che per gli utenti di, mancano i wc chimici per gli utenti e operatori.
La distanza fra tenda pre-triage e il PS è di circa 60 metri di cui parte del percorso è allo scoperto, percorso che prevede un cospicuo tratto in severa salita. La rampa ha la pavimentazione rotta con presenza di erbacce e muschio che la rende scivolosa, con i rischi connessi nella movimentazione della barella, in più la difficolta a dover trasportare utente per una salita di circa 60 metri, accesso a volte impedito da presenza di auto parcheggiate (nessuna segnaletica di divieto di sosta e fermata).
Nelle stanze per pazienti gravi covid vi è un solo erogatore di ossigeno ad alti flussi per due unità assistenziali, assenza di presa per il vuoto (necessaria per l’aspirazione di fluidi biologici).
Ed ancora, mancano i locali adibiti alla vestizione Covi del personale sanitario e per la svestizione è individuato un magazzino privo delle più elementari norme igieniche dove: non sono presenti né panche né sedie dove potersi svestire agevolmente evitando manovre di contagio; assenza di un tavolo d’appoggio ove disporre i DPI da disinfettare/sterilizzare e riporre guanti monouso e disinfettanti.
Per quanto riguarda OBI la demarcazione tra la zona sporca e zona la “pulita” è realizzata da una tenda di plastica, che mal si adatta al biocontenimento.
Nessuna segnaletica per la distinzione fra zone sporche e zone pulite.
Le stanze di degenza non sembrano essere a pressione negativa, predisposta per un massimo di 6 posti letto più altri due in emergenza presenta un solo erogatore di ossigeno;
Infine, la nota descrive la grave carenza di personale sanitario, e lo stesso riferisce di non avere ricevuto formazione per le procedure, così come per la barella di biocontenimento consegnata al PS – OBI senza aver formato il personale sanitario e ancor più grave senza consegnare al personale le relative schede tecniche e di istruzione per il funzionamento.