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Attacco all’Umberto I. Un anno fa NurSind lamentava legge aggressioni deludente, ecco perché

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 19/10/2021 vai ai commenti

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Lo scorso anno, il Parlamento votò la legge n. 113 del 14 agosto 2020, avente per titolo "Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni", ed oggi a più di un anno, assistiamo ad un incremento delle violenze a carico del personale sanitario, che sono culminate nell’attacco al pronto soccorso del Policlinico Umberto I, durante la manifestazione dei no green pass.

Una legge che di fatto, non ha mai trovato applicazione, e che come lamentato da NurSind, mentre tutti ne osannavano l’approvazione, è monca.

Un passaggio fondamentale è stato rimosso, ovvero l’articolo 7 che, avrebbe previsto, l'obbligo per le aziende sanitarie, per le pubbliche amministrazioni e per le strutture e servizi sanitari, socio-sanitari e sociali pubblici, privati o del privato sociale, di costituirsi parte civile nei processi di aggressione nei confronti dei propri esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni.

Commentava Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind, ad agosto dello scorso anno: “ Non vogliamo essere disfattisti ma la legge su questo rimane incompleta. Prevedere l’obbligo della procedura d’ufficio da parte delle aziende sanitarie nei processi che coinvolgono operatori sanitari vittime d’aggressione, conclusione cui era giunto giustamente il lavoro delle Commissioni, avrebbe rappresentato un passo avanti importante. L’amara conclusione è che gli infermieri devono difendersi da soli. Lo Stato non difende i suoi dipendenti”.

Oggi alla luce di quanto accade, quel passaggio era determinante per l’applicazione reale della legge, così come coloro che tutelano la salute degli individui avrebbero meritato un riconoscimento ben diverso dall’assimilazione al pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive.

Ed infine, la legge punisce, per così dire, qualora venga seriamente applicata, solo l’aggressione alle persone fisiche. Andava fatto di più, come prevedere pene più severe per chi decide di demolire un pronto soccorso o un qualsiasi reparto ospedaliero, perché quello in quel momento è un attacco allo Stato ed al  principio costituzionale di tutela della salute e  quel reato, in quanto tale, dovrebbe trovare una forma di repressione specifica e molto severa.