8 pazienti su 10 rimangono allettati. Mobilizzazione competenza Infermieri o attribuzione OSS?
Negli ospedali gli anziani rimangono allettati per il 83-95% della degenza, solo raramente deambulano o vengono mobilizzati. Una problematica questa legata al fenomeno della Disabilità Acquisita in Ospedale che colpisce fino al 65% dei pazienti. Meno della metà degli anziani recuperano la mobilizzazione indipendente. Tra gli esiti negativi associati abbiamo: cadute, aumento delle istituzionalizzazioni e dei tempi di degenza, aumentata mortalità, sviluppo di complicanze.
Il fenomeno è stato indagato a livello internazionale, ma non è stato affrontato il Italia, dove un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio nei reparti internistici dell’AUSL di Reggio Emilia, al fine di descriverne la frequenza.
Gli studi internazionali che hanno indagato i fattori che ostacolano la mobilizzazione del paziente ospedalizzato o che possono contribuire a ridurre la pianificazione ed erogazione delle attività di mobilizzazione del paziente, sono nello specifico (Brown et al, 2004; Sepulveda-Pacsi et al, 2016; Kneafsey et al., 2013; Kneafsey et al, 2014; Danhlke et al, 2019):
-fattori di contesto: la mancanza di personale e di ausili per la mobilizzazione e il rapporto infermiere paziente;
-fattori legati all’infermiere: il timore che il paziente cada, il timore di procurare danni a sé stesso, l’elevato carico di lavoro rispetto al tempo a disposizione da poter dedicare ad ogni utente e la convinzione che, soprattutto in un percorso assistenziale di riabilitazione, la mobilizzazione sia competenza di operatori sanitari specializzati quali i fisioterapisti;
-fattori legati al paziente: il timore di cadere, la presenza di device quali accessi venosi o arteriosi o catetere vescicale e sintomi quali fatigue, dolore, difficoltà respiratoria, ridotta tolleranza all’attività, astenia.
A proposito del timore di cadere, altri Autori, riportano che, al contrario, la mobilizzazione dei pazienti non è associata ad un aumento di esiti negativi quali cadute o lesioni (Fisher et al, 2011; Mundy et al, 2003; Tucker et al, 2004).
.
Sono stati screenati 1725 pazienti, applicando i criteri d’inclusione reclutati 295, di cui 9 esclusi perché non mobilizzabili. Il 66,4% dei pazienti viene mobilizzato al mattino durante l’igiene. Essi sono in condizioni stabili secondo l’infermiere, lucidi ed orientati (88,1%) e portatori di vari presidi (da 1 a 3) (57,3%). La frequenza di mobilizzazione è di: una volta al giorno per il 44,4% dei pazienti, due volte al giorno per il 31,2% e più di due volte al giorno per il 24,4%.
La mobilizzazione dei pazienti avviene prevalentemente nell’ambito della stanza di degenza per metterli seduti in sedia di fianco al letto (42,4%), per accompagnarli in bagno (23,6%) o per farli sedere al tavolo da pranzo (23,6%). Questo dato, come sostenuto dalla letteratura, evidenzia che l’intervento sulla mobilizzazione è strettamente associato ad attività di supervisione/sostituzione/aiuto finalizzate alla soddisfazione di un bisogno (igiene, alimentazione).
Lo studio ha descritto la mobilizzazione di pazienti in contesto di area medica, evidenziando che essa è strettamente associata e connessa alle attività di assistenza di base e perciò stesso, diviene rilevante il ruolo agito dal personale OSS, ancorchè il presente studio evidenzi che, secondo quanto riportato dagli infermieri stessi, una percentuale significativa di mobilizzazioni, è svolta da un infermiere ed un OSS.
Lo studio ha altresì evidenziato che, ancorchè gli infermieri riconoscano che la mobilizzazione del paziente è essenziale per il mantenimento delle funzionalità residue e prevenire l’insorgenza di lesioni, tuttavia sono mobilizzati prevalentemente pazienti lucidi orientati, che richiedono il supporto di un solo operatore e per i quali l’infermiere ritiene di essere in grado di preservarli dal rischio di caduta.
Vezzani, E., Mecugni, D., Silba Cardoso, J., Coriani, S., Boccia Zoboli, A., Riccò, R., Cavuto, S., Savoldi, L., & Amaducci, G. (2021). Studio analitico descrittivo sulla mobilizzazione dei pazienti del Dipartimento Internistico dell’Azienda USL – IRCCS di Reggio Emilia (MOBINT). PROFESSIONI INFERMIERISTICHE, 74(2), 95–104. Recuperato da http://www.profinf.net.bvsp2.idm.oclc.org/pro3/index.php/IN/article/view/916