Capire ed utilizzare il linguaggio medico. Prefissi e suffissi per una rapida memorizzazione
La consapevolezza della difficoltà del lessico medico emergeva già nella assai antica testimonianza costituita da una tavoletta babilonese d’argilla (Bu A 11 287) in cui si constata che «il popolo non conosce i nomi delle malattie», ad indicare quanto ilvocabolario nosologico suonasse ostico.
Vediamo quindi, i suffissi e prefissi usati per definire il tipo di malattia:
Ecco allora -ite (polmonite, epatite, artrite…), suffisso di origine greca (-ites), che ha proprio significato di “malattia”, in particolare infiammatoria.
Poi c’è il suffisso -osi, sempre di origine greca (-osis), per lo più con significato di “affezione degenerativa” (artrosi – si noti la contrapposizione con artrite). Il suffisso -osi, tuttavia, indica genericamente una condizione o uno stato, per cui ecco termini come dermatosi, nevrosi, psicosi, sclerosi, trombosi…
Naturalmente, ecco il suffisso –algia (dal greco algos, “dolore”) per definire uno stato doloroso a carico di una qualsiasi struttura anatomica non accompagnato dalla presenza di lesioni macroscopiche (nevralgia, mialgia…).
Tra gli altri suffissi per designare le malattie, ecco -ismo (dal greco -isma) che ha significato di condizione o malattia risultante dalla struttura anatomica indicata nella prima parte del termine o che la implica: si pensi a alcolismo, gigantismo, irsutismo, strabismo e moltissime altre condizioni.
Un altro suffisso molto impiegato è -oma, che ha significato di “rigonfiamento”, “tumefazione” e lo si ritrova, per esempio, in ematoma, ma ha anche significato di “tumore” e infatti la maggior parte delle denominazioni dei tumori si avvale di questo suffisso: carcinoma/adenocarcinoma per i tumori maligni che derivano da un tessuto epiteliale (di rivestimento o ghiandolare), sarcoma per i tumori maligni che si sviluppano nel tessuto connettivo, linfoma/mieloma per quelli linfoemopoietici, astrocitoma/blastoma per quelli derivanti dal tessuto nervoso, melanoma, dai melanociti.
Per le tumefazioni non neoplastiche si usa -cele (meningocele, varicocele, idrocele…).
Ecco poi -iasi, per le malattie parassitarie (amebiasi, giardiasi, teniasi…). Con qualche eccezione, perché, per esempio, a candidiasi si preferisce candidosi. (Anche la psoriasi, pur avendo il medesimo suffisso, non è una malattia parassitaria, ma un’affezione cutanea cronica non contagiosa.)
A concorrere alla denominazione delle malattie si trovano non solo suffissi, ma anche prefissi: è il caso di iper- e ipo- con i rispettivi significati di “al di sopra” e “al di sotto”. Si pensi a ipertensione/ipotensione, iperglicemia/ipoglicemia, ipertiroidismo/ipotiroidismo e moltissimi altri, anche se – va detto – questi prefissi stanno più a indicare una condizione piuttosto che una malattia.
Per indicare alterazioni di funzione si usa dis- (disuria, dispepsia…), mentre per indicare privazione an- (anemia, atrofia…).
📌 Per una rapida memorizzazione
PATÌA âž¡ï¸ Malattia (es. Nefropatia --> malattia del rene)
ITE âž¡ï¸ Infiammazione (es. Otite --> infiammazione dell'orecchio)
EMIA âž¡ï¸ Sangue (es. Ipercolesterolemia --> eccesso di colesterolo nel sangue)
ALGIA âž¡ï¸ Dolore (es. Gastralgia --> dolore allo stomaco)
LISI âž¡ï¸ Distruzione (es. Epatolisi --> distruzione del tessuto epatico)
OMA âž¡ï¸ Tumore (es. Adenoma --> tumore epiteliale benigno)
PENIA âž¡ï¸ Diminuzione (es. Piastrinopenia --> diminuzione del numero di piastrine rispetto al range)
OSI âž¡ï¸ Degenerazione (es. Artrosi --> degenerazione della cartilagine articolare)