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Capire ed utilizzare il linguaggio medico. Prefissi e suffissi per una rapida memorizzazione

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 20/12/2021

Professione e lavoroStudi e analisi

La consapevolezza della difficoltà del lessico medico emergeva già nella assai antica testimonianza costituita da una tavoletta babilonese d’argilla (Bu A 11 287) in cui si constata che «il popolo non conosce i nomi delle malattie», ad indicare quanto ilvocabolario nosologico suonasse ostico.

 Vediamo quindi, i suffissi e prefissi usati per definire il tipo di malattia:

 

Ecco allora -ite (polmonite, epatite, artrite…), suffisso di origine greca (-ites), che ha proprio significato di “malattia”, in particolare infiammatoria.

 

Poi c’è il suffisso -osi, sempre di origine greca (-osis), per lo più con significato di “affezione degenerativa” (artrosi – si noti la contrapposizione con artrite). Il suffisso -osi, tuttavia, indica genericamente una condizione o uno stato, per cui  ecco termini come dermatosi, nevrosi, psicosi, sclerosi, trombosi

 

Naturalmente, ecco il suffisso algia (dal greco algos, “dolore”) per definire uno stato doloroso a carico di una qualsiasi struttura anatomica non accompagnato dalla presenza di lesioni macroscopiche (nevralgia, mialgia…).

 

Tra gli altri suffissi per designare le malattie, ecco -ismo (dal greco -isma) che ha significato di condizione o malattia risultante dalla struttura anatomica indicata nella prima parte del termine o che la implica: si pensi a alcolismo, gigantismo, irsutismo, strabismo e moltissime altre condizioni.

 

Un altro suffisso molto impiegato è -oma, che ha significato di “rigonfiamento”, “tumefazione” e lo si ritrova, per esempio, in ematoma, ma ha anche significato di “tumore” e infatti la maggior parte delle denominazioni dei tumori si avvale di questo suffisso: carcinoma/adenocarcinoma per i tumori maligni che derivano da un tessuto epiteliale (di rivestimento o ghiandolare), sarcoma per i tumori maligni che si sviluppano nel tessuto connettivo, linfoma/mieloma per quelli linfoemopoietici, astrocitoma/blastoma per quelli derivanti dal tessuto nervoso, melanoma, dai melanociti.

Per le tumefazioni non neoplastiche si usa -cele (meningocele, varicocele, idrocele…).

 

Ecco poi -iasi, per le malattie parassitarie (amebiasi, giardiasi, teniasi…). Con qualche eccezione, perché, per esempio, a candidiasi si preferisce candidosi. (Anche la psoriasi, pur avendo il medesimo suffisso, non è una malattia parassitaria, ma un’affezione cutanea cronica non contagiosa.)

 

A concorrere alla denominazione delle malattie si trovano non solo suffissi, ma anche prefissi: è il caso di iper- e ipo- con i rispettivi significati di “al di sopra” e “al di sotto”. Si pensi a ipertensione/ipotensione, iperglicemia/ipoglicemia, ipertiroidismo/ipotiroidismo e moltissimi altri, anche se – va detto – questi prefissi stanno più a indicare una condizione piuttosto che una malattia.

Per indicare alterazioni di funzione si usa dis- (disuria, dispepsia…), mentre per indicare privazione an- (anemia, atrofia…).

 

📌 Per una rapida memorizzazione

PATÌA ➡️ Malattia (es. Nefropatia --> malattia del rene) 

ITE ➡️ Infiammazione (es. Otite --> infiammazione dell'orecchio) 

 

EMIA ➡️ Sangue (es. Ipercolesterolemia --> eccesso di colesterolo nel sangue) 

ALGIA ➡️ Dolore (es. Gastralgia --> dolore allo stomaco)

LISI ➡️ Distruzione (es. Epatolisi --> distruzione del tessuto epatico) 

OMA ➡️ Tumore (es. Adenoma --> tumore epiteliale benigno) 

PENIA ➡️ Diminuzione (es. Piastrinopenia --> diminuzione del numero di piastrine rispetto al range) 

 

OSI ➡️ Degenerazione (es. Artrosi --> degenerazione della cartilagine articolare)