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Fondi pensione complementari: quali costano meno e quindi rendono di più?

Giuseppe Romeodi
Giuseppe Romeo
Pubblicato il: 12/12/2022

AttualitàPrevidenza

Alla luce dell'attuale sistema contributivo, si parla sempre più di "fondi pensione Complementari", che integrano o si pongono come alternativa rispetto alla classica Cassa Previdenziale INPS.

In Italia, esiste un Ente Governativo istituito che monitorare l'andamento dei Fondi Pensionistici con funzioni di vigilanza: la COVIP

 

 

La COVIP (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) è stata istituita nel 1993 (Decreto lgs. 124/1993), quale Autorità preposta alla vigilanza delle forme pensionistiche complementari.

Il Decreto lgs. 252/2005 contiene la vigente disciplina in materia. In tale ambito la COVIP, avuto riguardo alla tutela degli iscritti e dei beneficiari e al buon funzionamento del sistema di previdenza complementare, esercita la vigilanza prudenziale sulle forme pensionistiche complementari, perseguendo la trasparenza e la correttezza dei comportamenti, la sana e prudente gestione e la loro solidità.

Nel 2011 sono stati attribuiti alla COVIP anche compiti di controllo sugli investimenti delle risorse finanziarie e sulla composizione del patrimonio degli Enti di previdenza di cui ai Decreti lgs. 509/1994 e 103/1996, che nel sito sono anche indicati come "Casse di previdenza".

 

E' ormai noto che il punto di forza dei Fondi Complementari, non sia tanto il rendimento, quanto invece l'esiguità dei costi di Fondi facenti capo a Banche e/o Assicurazioni, che giustamente perseguono l'obiettivo del lucro, elemento che nei Fondi Complementari, essendo che si parla di "Associati" e non di "Clienti", viene meno.

 

La Covip ha istituito un apposito portale, il cui link è reperibile in calce all'articolo, per far comprendere come i costi minori dei Fondi Complementari, rappresentino un elemento che nel lungo periodo assicura una più vantaggiosa performance.

 

Sull'apposito portale, la COVIP dichiara: "Per compiere scelte previdenziali consapevoli e adeguate è necessario conoscere le caratteristiche delle forme pensionistiche. In particolare, è importante valutare i costi applicati, in quanto possono avere un impatto significativo sulla pensione che verrà erogata.

 

Occorre infatti tenere presente che, a parità di condizioni, all’aumentare dei costi sostenuti minore sarà la prestazione pensionistica ricevuta al momento del pensionamento.

 

Ad esempio, un ISC del 2% invece che dell’1% può ridurre il capitale accumulato dopo 35 anni di partecipazione al piano pensionistico di circa il 18 per cento (ad esempio da 100.000 a 82.000 euro)."

 

I grafici reperibili all'interno del portale, consultabili nell'immagine posta come copertina dell'articolo, certificano che i FNP (Fondi Negoziali Pensionistici), ovvero quelli dei singoli Comparti (per quello sanitario si tratta del Fondo Perseo-Sirio), offrono costi di gestione più bassi rispetto alle altre tipologie di Fondi, garantendo così la probabilità di una migliore performance economica, soprattutto nel lungo periodo.

 

 

Link: Portale COVIP

 

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