Iscriviti alla newsletter

Cibo scaduto mensa ospedale. Gli infermieri obbligati all’assaggio prima della distribuzione vitto

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 24/01/2023 vai ai commenti

AttualitàCronache sanitarie

Potrebbe sembrare una burla, visto che ci avviciniamo al Carnevale, ma la notizia che arriva dall’Ospedale Goretti di Latina, rasenta l’assurdo ma è purtroppo vera: per evitare che il paziente mangi del cibo scaduto che arriva dalla mensa ospedaliera, saranno gli infermieri di reparto, a rotazione, ad assaggiarlo per primi.

La nota arriva dalla Direzione Generale dell’ospedale, dove qualche giorno fa, nelle celle frigorifere della mensa del Santa Maria Goretti, è stata rinvenuta dai NAS, 30 kg di carne scaduta.

Da qui, l’illuminante decisione della Direzione generale: non revocare l’appalto alla ditta, che ha messo i pazienti in grave pericolo, ma su suggerimento della ditta stessa, prevedere che sia il personale di reparto, gli infermieri, ad assaggiare il cibo, per verificarne l’idoneità.

Sabrina Cenciarelli, direttore amministrativo della Asl di Latina, dichiara: la ditta ha garantito una ristrutturazione a livello di risorse umane sostituendo il cuoco e alcuni addetti, prevedendo un incremento di operatori. Inoltre, è stato previsto che personale di reparto, a rotazione, assaggi le pietanze. Questa proposta, che come azienda sanitaria abbiamo condiviso, è arrivata dalla ditta in un’ottica di costruttiva collaborazione. L’assaggio avverrà in due momenti, in cucina (a pasto pronto) e al letto del paziente (a pasto servito). In questo modo si potrà verificare anche la tenuta’ del menu lungo il tragitto”.

Fermo restando che tra le competenze degli infermieri, non c’è quella di assaggiatori di alimenti (il metodo mi ricorda vagamente “le assaggiatrici di Hitler”), ma poi l’idoneità del cibo, la scadenza, si verificano assaggiandolo? Come Checco Zalone mi verrebbe da dire “Ma siete del mestiere?”.

Ed ancora, appare discutibile che la direzione generale, abbia accettato tout court la proposta assurda di un gestore della ristorazione, senza pensare alla possibilità di una risoluzione del rapporto, vista la grave inadempienza.