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Arrivano le nuove regole sulla mobilità, cosa cambia?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 31/01/2024

Leggi e sentenzeProfessione e lavoro

Il 30 novembre 2023 è stata una data cruciale per la Pubblica Amministrazione italiana, in quanto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto che ridefinisce le regole della mobilità per il personale non dirigenziale. Tale documento, in vigore dal 9 febbraio 2024, stabilisce le linee guida dei processi di mobilità e identifica la corrispondenza fra i livelli economici di inquadramento, sulla base degli ultimi rinnovi dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL).

La mobilità, intesa come lo spostamento dei dipendenti pubblici all'interno della stessa amministrazione (mobilità interna) o da un'Amministrazione a un'altra (mobilità esterna), è un processo disciplinato da normative specifiche. Le nuove regole pongono particolare attenzione alle strutture retributive e ai criteri di inquadramento, derivanti dai rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021.

Mobilità nella Pubblica Amministrazione: Cos'è?

La mobilità nelle PA comprende sia lo spostamento interno che esterno. Nel primo caso, il dipendente cambia la sede di lavoro all'interno della stessa amministrazione, mentre nel secondo si verifica un cambio di datore di lavoro, con l'inserimento in un'Amministrazione differente.

Possono usufruire della mobilità i dipendenti pubblici a livello nazionale e locale, anche se alcuni requisiti specifici possono essere imposti, come l'esperienza lavorativa o le competenze richieste per determinati ruoli.

Come Funziona la Mobilità?

La mobilità è regolata da procedure e criteri definiti nei bandi di mobilità delle amministrazioni competenti. I trasferimenti avvengono per soddisfare esigenze organizzative, riorganizzative o di carriera e possono essere volontari, a compensazione o d'ufficio, a seconda delle circostanze.

  • su base volontaria, quando il dipendente che è interessato a spostarsi da un’Amministrazione ad un’altra, prende parte ad un bando di mobilità in entrata indetto dall’ente di destinazione;
  • a compensazione, quando prevede che venga fatto un interscambio tra dipendenti provenienti da due PA diverse. Prevede, infatti, che due specifici dipendenti si scambino posizione nelle rispettive PA di appartenenza;

 

  • d’ufficio o per eccedenza personale, quando il dipendente viene trasferito provvisoriamente per un periodo massimo di 2 anni, presso un’Amministrazione che, per esigenze organizzative o di carenze di organico, sia in grado di accoglierlo. Si tratta, in tal caso, di un trasferimento temporaneo, spesso accompagnato da incentivi.

 

Le normative di riferimento includono la Legge 7 agosto 1990, n. 241, e il Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, oltre ai CCNL dei vari comparti delle PA.

 

Nuovi Criteri di Inquadramento

Il Decreto del 30 novembre 2023 impone alle amministrazioni pubbliche di equiparare le aree e le categorie delle PA di provenienza e destinazione durante la mobilità. Tale equiparazione si basa sul confronto degli ordinamenti professionali disciplinati dai contratti collettivi nazionali di lavoro, considerando mansioni, competenze professionali e titoli di accesso.

 

Novità e Regole del 2024

Il Decreto introduce nuove regole per il trattamento economico e previdenziale nei casi di mobilità dei dipendenti pubblici. Nel caso di mobilità volontaria, si applica il trattamento della nuova amministrazione, mentre per altre forme di mobilità, i dipendenti trasferiti mantengono il trattamento più favorevole.

Va notato che le nuove regole non si applicano al personale scolastico e di alcuni enti specifici. Il Decreto entra in vigore il 9 febbraio 2024 e rimarrà valido fino all'applicazione della nuova disciplina per le progressioni economiche dal triennio 2019-2021.