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Bonus mamma discriminatorio. Il M5S chiede di allargare copertura ai contratti a tempo determinato

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 04/03/2024 vai ai commenti

AttualitàGoverno

La legge di bilancio 2024, nota come legge n. 213 del 2023, introduce un'esenzione totale della contribuzione previdenziale per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti per le lavoratrici madri con tre o più figli con contratto a tempo indeterminato nel periodo dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026. Questo beneficio, denominato "Bonus mamme", è limitato a un massimo di 3.000 euro all'anno, riparametrati su base mensile.

In via sperimentale, per il 2024, il bonus è esteso anche alle lavoratrici madri con due figli con contratto a tempo indeterminato fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo, escludendo però i rapporti di lavoro domestico.

Le madri beneficiarie devono essere lavoratrici dipendenti con contratto a tempo indeterminato, con tre o più figli fino al diciottesimo anno del figlio più giovane, o con due figli fino al compimento del decimo anno del figlio più piccolo (in via sperimentale). Il beneficio copre il 100% dei contributi previdenziali nel limite massimo di 3.000 euro all'anno, escludendo i rapporti di lavoro domestico.

Tuttavia, il "Bonus mamme" solleva alcune criticità, come la limitazione nel tempo e l'esclusione delle lavoratrici non dipendenti o senza contratto a tempo indeterminato, le quali spesso sono più vulnerabili sul mercato del lavoro.

Questa restrizione ha portato a un'applicazione limitata del beneficio, coinvolgendo circa 800.000 donne occupate, escludendo madri con un solo figlio, anche disabile, lavoratrici domestiche, lavoratrici a tempo determinato, libere professioniste, disoccupate e collaboratrici occasionali.

Inoltre, nel settore sanitario, molte madri dipendenti sono over 55 con figli adulti e non beneficiano del bonus a causa del blocco del turn-over. Anche numerose specialiste ambulatoriali, spesso senza contratto di dipendenza ma con rapporto convenzionale con il SSN, sono escluse dal beneficio.

Il deputato Sportiello Gilda (M5S ha chiesto al governo quali misure intende adottare per rimuovere questa ingiusta discriminazione tra madri lavoratrici, ampliando la platea dei beneficiari del "Bonus mamme" anche per quelle con contratti diversi dal tempo indeterminato, come ad esempio le madri lavoratrici nel SSN con rapporto convenzionale.